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Il siderurgico
Redazione online
27 Gennaio 2021
TARANTO - L’Ad di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, e il Direttore delle Risorse Umane, Arturo Ferrucci, hanno incontrato le organizzazioni sindacali per dare delle comunicazioni relative allo slittamento della ripartenza di Afo2 e alla prossima fermata di Afo4. Lo rendono noto Fim, Fiom e Uilm e Usb spiegando che il ritardo sulla ripartenza di Afo2, prevista per la giornata di ieri, «è scaturita da una problematica tecnica della macchina a forare. Tuttavia è stata avviata la procedura di preriscaldo del forno e l’azienda attende un riscontro dai Commissari Straordinari che hanno gestito le opere di riammodernamento previste dalla Procura di Taranto».
In riferimento alla proroga dei termini per l’esecuzione della prescrizione n.6, «la Direzione Generale del Ministero dell’Ambiente - osservano le sigle metalmeccaniche - ha inviato una comunicazione ad ArcelorMittal all’interno della quale sono contenuti i motivi che ostano la domanda di proroga della suddetta prescrizione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale e che dovrebbe determinare il fermo dell’Altoforno n.4». Fim, Fiom, Uilm e Usb aggiungono che «le procedure della fermata di Afo4, secondo quanto riportato da ArcelorMittal, potrebbero essere avviate a far data dal 31 gennaio, data ultima prevista per l’attuazione dello stesso DPCM del 29 settembre 2017». I sindacati esprimono «forti perplessità per le tanti incognite che continuano ad emergere rispetto alla questione ambientale, al futuro assetto societario di ArcelorMIttal e al piano industriale e occupazionale» e giudicano «del tutto imbarazzante il silenzio del governo che in questi mesi ha evitato qualsiasi tipo di confronto».
«Nessuna irregolarità sull'utilizzo della Cigo per Covid-19: questa la conclusione cui è giunto l’Ispettorato del Lavoro di Taranto a seguito degli accertamenti svolti nello stabilimento siderurgico, dopo le segnalazioni di alcune organizzazioni sindacali del territorio». Lo riferisce in una nota ArcelorMittal Italia, aggiungendo che "gli accertamenti hanno interessato il personale impegnato nei Reparti Produzione Lamiere e Laminazione a freddo, considerati dall’Inps idonei come campione di riferimento e rilevamento». L'ispezione si è conclusa venerdì scorso, mentre ieri l’azienda ha ricevuto il verbale di notifica con cui l'Ispettorato del Lavoro comunica di non aver adottato "provvedimenti sanzionatori di natura amministrativa o penale" nei confronti di ArcelorMittal Italia.
Il giudice del Lavoro di Taranto ha disposto il reintegro al lavoro nello stabilimento ArcelorMittal di un operaio che era stato escluso dalla graduatoria degli assunti, rimanendo in capo ad Ilva in As in regime di Cassa integrazione straordinaria. Lo comunica l’Usb, che ha assistito il lavoratore contestando sin da subito la mancata adozione dei giusti criteri per la selezione degli assunti e degli esuberi. L’operaio riprenderà le sue mansioni nel reparto Tfc, Trattamento Fossile Coke. «Il giudice - spiega Francesco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto -ha affermato la maggiore professionalità dello stesso rispetto ad altri colleghi invece presenti in lista. L’azienda dovrà peraltro risarcire al lavoratore le mensilità non percepite al netto dell’indennità di cassa integrazione». Il sindacalista precisa che «la sentenza non comporta il licenziamento di coloro che furono selezionati; questo in virtù delle dichiarazioni del giudice nel momento in cui si è pronunciato sulla condotta antisindacale, secondo le quali le assunzioni già perfezionate non sarebbe state assolutamente messe in discussione». E' il risultato «di una lunga battaglia intrapresa dall’Usb con grande convinzione - conclude Rizzo - dall’inizio del 2019, quando apparvero arbitrari i criteri utilizzati per la selezione dei dipendenti che da Ilva Spa in As sarebbero passati ad ArcelorMittal. Professionalità acquisita, carichi familiari ed anzianità di servizio: sono questi i parametri di valutazione da considerare che però nei fatti sembravano non essere stati considerati».
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