Non c'è accordo tra azienda e sindacati sulla proroga della cassa integrazione Covid che l'azienda ha chiesto per un numero massimo di 8.173 dipendenti e che partirà dal primo giugno per ulteriori 5 settimane. "L'azienda - sottolineano Fim, Fiom e Uilm in una nota congiunta - continua a trincerarsi dietro la problematica Covid-19 ed evita un confronto sindacale in merito alle problematiche esposte e che puntualmente vengono disattese dalla stessa».
La multinazionale ha comunicato che il ricorso alla cassa integrazione si rende necessario «per la fase complicata - riferiscono le organizzazioni sindacali - che si sta attraversando in riferimento all’emergenza sanitaria, portando ad una caduta degli ordini attuali e futuri». Fim, Fiom e Uilm ritengono «necessario affrontare l’annosa questione delle manutenzioni ordinarie e straordinarie visto che attualmente il 90% del personale delle manutenzioni centrali è in cassa integrazione. Inoltre, abbiamo chiesto - annunciano i sindacati - un’integrazione salariale attraverso il recupero di una parte degli sgravi fiscali, messi a disposizione dal governo per le aziende che utilizzano l’ammortizzatore sociale con causale Covid-19».
Infine, le sigle metalmeccaniche hanno chiesto «incontri specifici per area per affrontare il tema della rotazione del personale, ove possibile, a parità di professionalità ed impianti similari. In merito alle richieste sindacali, l’azienda ha comunicato che nei prossimi giorni convocherà le Rsu per affrontare le problematiche esposte».