TARANTO - Sembra sul punto di rompersi il già fragile equilibrio sul quale si basa ormai dall’ottobre scorso la permanenza di ArcelorMittal alla gestione del complesso aziendale ex Ilva.
Ieri da due parti importanti e qualificate è partita una richiesta di intervento all’indirizzo del Governo. La prima porta la firma del numero 1 di Invitalia Domenico Arcuri. Al tavolo - virtuale - svoltosi in mattinata tra gli avvocati di ArcelorMittal (studio Gop) e dei commissari dell’Ilva (studio legale Lombardi Molinari Segni), alla presenza dei rappresentanti dei ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico, i legali della multinazionale hanno ammesso quello che la Gazzetta aveva anticipato già nei giorni scorsi, ovvero che il piano industriale tanto atteso non c’è. Sarebbe stato, anzi, introdotto il tema del prezzo per il rilascio anticipato del complesso aziendale (per la già prevista finestra di novembre 2020 l’indennizzo fissato ammonta a complessivi 500 milioni di euro) e rappresentata una difficile situazione economica che comporta il sempre più elevato ricorso alla cassa integrazione e le difficoltà nel pagamento dell’indotto e dei canoni di fitto. Invitalia, che nella trattativa ha assunto un ruolo centrale, investirà direttamente il premier Conte per capire come procedere.
Al Governo ieri si sono rivolti anche Fiom, Fim e Uilm, sollecitando un incontro urgente ai ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Stefano Patuanelli e Nunzia Catalfo, sulla situazione degli stabilimenti di ArcelorMittal in Italia. «Le tensioni di queste ore in merito alla drammatica situazione industriale ed alla gestione della Cassa Integrazione per Covid-19, in tutti gli stabilimenti di Arcelor Mittal Italia, la perdita salariale per i lavoratori in Cig, la riduzione al minimo della produzione di acciaio e la quasi totalità degli impianti fermi a valle del ciclo produttivo in tutti i siti italiani, il blocco degli investimenti per l’ambientalizzazione, lo stato di abbandono degli impianti, la mancanza di interlocuzione con ArcelorMittal,- scrivono i rappresentanti dei lavoratori nella missiva inviata anche all’ad Lucia Morselli - rendono necessario la convocazione di un incontro urgente». I sindacati ricordano che l’accordo tra Governo e ArcelorMittal dello scorso 4 marzo prevede la scadenza del 31 maggio per la definizione dell’accordo sul piano Industriale la conseguente attivazione della Cassa straordinaria (quella ordinaria scade il 30 giugno). «Riteniamo quindi indispensabile - conclude la lettera - la convocazione di un incontro con la presenza dei vertici di ArcelorMittal per conoscere e valutare l’effettivo stato della trattativa sugli assetti societari, sul piano industriale, occupazionale e ambientale, sulle strategie, sulle prospettive tecnologiche e industriali del gruppo».
E sempre ieri, ArcelorMittal ha comunicato ai sindacati il fermo di altri due impianti (Zincatura 1 e imballo) a partire da oggi alle 23, con la collocazione in cassa integrazione di ulteriori 50 lavoratori.
La nuova dirigente del gruppo ArcelorMittal addetta alle Relazioni Istituzionali, Mariateresa Vignola, è stata ricevuta ieri dal sindaco Rinaldo Melucci. «Parliamo di buon grado con tutti - ha dichiarato il primo cittadino ionico -, ma attendo un cenno dal Governo sull'insediamento del tavolo formale per l'accordo di programma, altre iniziative hanno un carattere del tutto transitorio e non risolutivo per il futuro di Taranto».