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Fase 2, Melucci rilancia Taranto: «Niente per fretta per non vanificare sforzi fatti»

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Rinaldo Melucci

Orgoglioso dei suoi cittadini: «Taranto ce la farà, ma niente approssimazione»

Domenica 03 Maggio 2020, 13:10

Domani inizia la fase 2 dell’emergenza Coronavirus: cosa si sente di dire ai tarantini?

Che non bisogna avere fretta, per non vanificare gli sforzi che tutti insieme abbiamo sostenuto, per continuare a preservare la vita umana, specie degli affetti e dei concittadini più fragili. Col primo sole tiepido, qualcuno ha già dimenticato la fila di bare in uscita da Bergamo, forse pensa che sia stata solo una trovata mediatica. A maggio abbiamo sempre lavorato e siamo andati a scuola, questa smania oggi di andare alle seconde case al mare, di uscire in barca, di fare cose non strettamente necessarie è incomprensibile, ingiustificata. L'Amministrazione comunale farà di tutto per fare ripartire rapidamente e bene il nostro sistema economico, ma non possiamo correre il rischio di un ritorno prematuro del virus tra di noi. L'ordinanza sindacale che entra in vigore lunedì 4 maggio ha questo spirito, asseconda le indicazioni dell'ultimo DPCM e privilegia un allentamento delle restrizioni sulle attività produttive, mentre ancora per qualche tempo mantiene alcune delle restrizioni sulle attività ludico-ricreative o foriere di assembramenti nei luoghi pubblici. Taranto ce la farà, ma niente approssimazione.

Taranto è stata sinora una delle città italiane con la più bassa incidenza dei contagi. Merito dei suoi concittadini?

Sicuramente. Sono orgoglioso di loro, della loro disciplina, del loro senso di appartenenza, della loro responsabilità verso il primario valore della salute. Ci hanno mandato un messaggio forte e chiaro anche per il futuro, a prescindere dalla paura per il contagio. Poi devo anche dire che i cittadini hanno bisogno di indicazioni semplici, dirette, e tutta la struttura del Comune ha agito, in ogni cosa e in ogni momento del lockdown, addirittura anticipando e assumendo un atteggiamento più restrittivo rispetto a Governo e Regione Puglia. Sono molto contento del lavoro che abbiamo fatto, di come abbiamo tutti insieme sostenuto lo sforzo di operatori sanitari e forze dell'ordine. I tarantini fin qui sono stati proprio bravi, la fortuna non c'entra affatto.

Nella corsa all’aiuto alle istituzioni sanitarie, in molti hanno raccolto l’appello del Comune, dall’Eni al piccolo imprenditore. La famiglia Mittal?

Non pervenuta. Evidentemente si sentono solo affittuari di passaggio a Taranto. Non ha più senso nemmeno parlare di loro.

Spesso le grandi crisi costituiscono anche una occasione di rilancio. La pandemia può esserlo per Taranto e per il suo da anni precario equilibrio tra salute e lavoro?

L'Italia ha scoperto all'improvviso quello che a Taranto sappiamo da sempre, che la salute viene prima di tutto. Non credo più alla complicatissima ricerca di un equilibrio con altri pur legittimi valori. Si deve mettere un punto fermo, la qualità della vita di residenti e lavoratori. Ancora oggi ci prendono in giro con indecifrabili relazioni da Roma sull'inquinamento, occorre ormai cambiare stile di vita tutti insieme, riscrivere le priorità della comunità, ripensare persino al concetto di ricchezza o benessere, riprogrammare l'azione degli enti locali di conseguenza. Dobbiamo prepararci ad una economia di maggiore prossimità, più circolare, tecnologica e sostenibile, ad una valorizzazione delle PMI locali, alla riqualificazione di una grande mole di lavoratori in settori nuovi, ad una industria più piccola, che fisicamente e concettualmente arretra dal territorio comunale, che non condiziona più, nel bene e nel male, le nostre vite e il nostro modello di sviluppo. Non verrà nessun colosso straniero a salvarci, dobbiamo rimboccarci le maniche e senza paura entrare in questa epoca nuova, non sarà né facile né immediato, certo, ma noi tarantini sappiamo costruire cose impossibili.

Il turismo sarà sconvolto da divieti e limitazioni dovuti a virus. Taranto può approfittarne?

Penso proprio di sì, ne stiamo discutendo in questi giorni con le diverse associazioni di categoria e le parti sociali. I luoghi dell'accoglienza e del trasporto vanno progressivamente ripensati. Ma ci aspettiamo comunque per il prossimo biennio una crescita del turismo di origine nazionale, dei flussi intelligenti e sostenibili, dei pacchetti di qualità, persino dell'interesse verso località per così dire nuove o che hanno reagito più positivamente al contagio. E per rafforzare questa tendenza, intensificheremo la promozione del nostro territorio e, con gli accorgimenti post coronavirus, intendiamo portare avanti il programma di un grande anno della cultura a Taranto, a prescindere dal percorso formale della candidatura per la capitale italiana della cultura. Nei prossimi giorni cercheremo di confrontarci con tutti, ristoratori, albergatori, persino con chi si occupa dei servizi alla persona.

Distolto, giustamente, dalla emergenza Covid-19, il Governo non ha più varato il Cantiere Taranto: è preoccupato?

La pandemia ha fermato il mondo intero, eppure in un grande Paese, tra le prime dieci economie del pianeta, un Governo dovrebbe avere la capacità di portare avanti situazioni complesse. Dopo tutto, non mi risulta che il cantiere per il ponte di Genova abbia cambiato programma, che Alitalia non sia stata nazionalizzata, oppure che si siano sottratte a Venezia le risorse per l'ultimo alluvione. È che con Taranto, in generale con il Mezzogiorno, evidentemente si è sempre meno risoluti, salvo stracciarsi le vesti quando qui urliamo e il sistema Paese si mette a reclamare il nostro acciaio. La mia Amministrazione ha tolto ogni alibi a chiunque in questi anni, tanti progetti, la programmazione strategica, l'uscita dal dissesto finanziario, persino un piano per la transizione, tutto a regola d'arte. Non sono preoccupato, perché avremo la capacità di portare a compimento tante cose buone indipendentemente dal Governo. Già oggi tutti i cantieri partiti o prossimi alla partenza in nessun caso rivengono dal CIS, solo per fare un esempio. Ma di certo la delusione è grande, si avvicendano i Governi, aumentano le promesse, non si vede mai niente di concreto. Poi a Roma si chiedono perché i cittadini non sopportano più la grande industria. Quando un giorno ci saremo rialzati, perché noi ci rialzeremo, dovremo dire grazie solo a noi stessi. Vorrei tanto essere smentito subito dal Presidente Giuseppe Conte.

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