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Il risarcimento
Redazione online
29 Gennaio 2020
TARANTO - «Il Ministero della Difesa è stato condannato dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Taranto a risarcire con oltre mezzo milione di euro, con gli interessi e la rivalutazione monetaria, gli eredi di un elettricista dipendente civile della Marina Militare morto per mesotelioma dopo aver lavorato a contatto con l’amianto». Lo rende noto l'associazione Contramianto, che ha assistito la famiglia del lavoratore. «Una attività nelle Officine Marina Militare - spiega il presidente della Onlus Luciano Carleo - con significative esposizioni all’amianto che lo hanno ucciso provocandogli un mesoteloioma, il tumore della pleura polmonare legato con certezza alle fibre mortali di asbesto.
Contramianto, con la Rete di supporto sociale, ha ricostruito l'anamnesi lavorativa dell’operaio fornendo elementi che collegavano la mansione di elettricista svolta alla presenza di amianto nei luoghi nei quali aveva operato giornalmente».
L’associazione ha evidenziato «come la vittima avesse lavorato da dipendente del Ministero della Difesa per oltre trent'anni come operaio elettricista in diversi enti della Marina Militare, dai primi anni Settanta alla metà del Duemila, di essere stato esposto alle polveri di amianto, presenti nelle coibentazioni delle apparecchiature elettriche e nel corso di altre lavorazioni, senza ricevere specifiche informazioni sugli effetti nocivi dell’amianto e senza adeguati sistemi di protezione ed abbattimento delle polveri cancerogene di amianto».
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