La Dda di Bari ha chiesto la condanna dei tre presunti aguzzini dei pescatori del porto di Santo Spirito. Nel dettaglio, il pm Antimafia Marco D’Agostino ha chiesto 12 anni di reclusione per il pluripregiudicato 53enne Domenico Sidella (tuttora detenuto agli arresti domiciliari), 6 anni e 7 mesi per la moglie Caterina Santoro di 47 anni, che secondo l’accusa aveva il ruolo di cassiera, e 9 anni per il presunto complice Raffaele Altieri di 60 anni, che avrebbe avuto il compito di riscuotere il «pizzo». Nei loro confronti Comune di Bari e Regione Puglia si sono costituiti parti civili, quantificando rispettivamente in 100mila e in 300mila euro il danno all’immagine causato dagli imputati che rispondono, a vario titolo, di estorsione continuata aggravata in concorso, incendio aggravato con l’aggravante del metodo mafioso e occupazione abusiva di spazio demaniale.
Stando alle indagini dei carabinieri, i proprietari delle imbarcazioni ormeggiate nel porto di Santo Spirito sarebbero stati costretti a pagare per anni a Sidella dai 10 ai 100 euro al mese come «protezione» da incendi, affondamenti, danneggiamenti, pestaggi. In un clima di «assoggettamento e totale omertà», molti degli oltre cinquanta armatori di Santo Spirito avrebbero pagato senza mai denunciare. E nessuna delle presunte vittime si è costituita parte civile. L’inchiesta è partita ad aprile 2022 dopo una denuncia anonima e si è avvalsa dell’analisi dei sistemi di videosorveglianza, oltre a numerosi servizi di osservazione e all’utilizzo delle intercettazioni telefoniche. Gli investigatori hanno accertato che Sidella svolgeva una sorta di servizio di guardiania abusiva nel porto, inducendo i diportisti a corrispondere somme di denaro a titolo di «protezione» del natante ormeggiato. Somme stabilite da tariffario che variava in base alle dimensioni dell’imbarcazione (10 euro per i «gozzetti» a remi, 100 euro per i pescherecci) e anche in base alla stagione (più onerose in inverno). I video documentano la consegna del denaro. Si tornerà in aula il 30 ottobre per la discussione delle difese e la sentenza.