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03 Gennaio 2020
E’ stato fissato per martedì prossimo, alle 12, l’interrogatorio di garanzia di Paola Galeone, l’ex prefetto di Cosenza posta agli arresti domiciliari nella sua abitazione, a Taranto, con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità. La Galeone, secondo l'accusa, avrebbe indotto l’imprenditrice Cinzia Falcone, referente di un centro di accoglienza per migranti e presidente dell’associazione Animed, ad emettere una fattura falsa da 1.220 euro per sfruttare le somme residue del fondo di rappresentanza della Prefettura che altrimenti sarebbe stata restituita al ministero dell’Interno. Paola Galeone sarà interrogata dal gip Letizia Benigno, con l'assistenza dei suoi difensori di fiducia, gli avvocati Nicola Carratelli e Franco Sammarco.
L'ARRESTO DEL PREFETTO
A dare notizia dell’arresto di Paola Galeone è stata la Procura della Repubblica di Cosenza con un comunicato a firma del Procuratore, Mario Spagnuolo, in cui, tra l’altro, si specifica che «l'indagine prosegue al fine di accertare eventuali ulteriori fatti, penalmente rilevanti». Il che vuol dire che le responsabilità della Galeone potrebbero non essere circoscritte all’unico caso della mazzetta che sarebbe stata indotta a versare Cinzia Falcone. A questo punto, s'indaga, dunque, su tutte le spese ed i rimborsi gestiti da Paola Galeone per accertarne la regolarità. E non è escluso che possano emergere altri fatti clamorosi.
Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare e è stata la Squadra mobile di Cosenza, diretta da Fabio Catalano, che è stato il funzionario di polizia che il 23 dicembre scorso ha raccolto per primo la clamorosa denuncia di Cinzia Falcone. L’imprenditrice non ha esitato un solo istante a riferire agli organi investigativi la sconcertante proposta che le era stata rivolta da quella prefetta con la quale, tra l’altro, la stessa imprenditrice aveva avviato da tempo un’intensa attività a tutela delle legalità. Cinzia Falcone, presidente dell’associazione «Animede», che si occupa di tutela dei diritti delle donne e responsabile di un centro di accoglienza per migranti a Camigliatello Silano, ha sempre creduto, riferiscono adesso quanti la conoscono, nella legalità e nel rispetto delle regole da parte delle istituzioni.
LA MAZZETTA DA 700 EURO
Ed era dunque la persona meno indicata per accettare la proposta insensata rivoltale dalla prefetta Galeone: emettere una fattura fittizia di 1.220 euro finalizzata, secondo le intenzioni della Galeone, ad appropriarsi della parte di fondo di rappresentanza concessa ai prefetti disponibile a fine anno e rimasta inutilizzata. In base a tale accordo, 700 euro sarebbero andati alla prefetta e 500 all’imprenditrice.
La consegna del denaro sarebbe avvenuta in un bar del centro di Cosenza. Ad incastrare il prefetto è stata la videoripresa con una microcamera che la Polizia aveva pensato bene di fornire a Cinzia Falcone, con cui erano stati concordati data, ora e luogo della consegna alla prefetta della busta contenente il denaro. Subito dopo Paola Galeone è stata accompagnata in questura e colta con le «mani nel sacco», visto che nella borsa aveva ancora le banconote consegnatele da Cinzia Falcone che gli investigatori avevano pensato bene di fotocopiare in modo da non lasciare alcun margine di dubbio sulle responsabilità di Paola Galeone. Ieri sera il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha disposto la sospensione dal servizio della Galeone.
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