Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha convocato per domani Fiom, Fim e Uilm. Un incontro che avrà al centro l’ex Ilva, ora Arcelor Mittal, dopo la cancellazione dello scudo legale dal decreto 'salva-imprese'.
«La chiusura dell’ex Ilva di Taranto determinerebbe la perdita di 14.000 posti di lavoro diretti più l'indotto e, circa, di un punto di Pil. E’ quindi evidente come gli impegni assunti vadano rispettati da parte di tutti. Noi ci siamo impegnati e il Ministro Patuanelli lo ha confermato in aula, per la permanenza dell’industria dell’acciaio in Italia e nello specifico, del complesso siderurgico ex Ilva di Taranto. Ciò significa quindi dare piena e completa realizzazione al previsto piano di risanamento ambientale. Arcelor Mittal, dal canto suo, deve rispettare gli impegni presi con Taranto e con l'Italia. Non esistono scuse plausibili. Non esistono soluzioni alternative e mi auguro che non si forniscano indebiti appigli all’Azienda per venir meno agli accordi presi. Pacta sunt servanda. Vigileremo affinché l’impegno del Governo venga rispettato nell’interesse dei lavoratori, del sistema produttivo e del futuro della città».Lo afferma Pietro Bissolati della segreteria Pd.
«L'emendamento soppressivo dell’immunità penale per l’ex Ilva di Taranto, approvato ieri al Senato nell’ambito del dl Crisi d’impresa, porta la firma del Movimento 5 Stelle, deputati e senatori tutti. Ciò che ad oggi si conosce è l’obiettivo raggiunto: nessun passo indietro per Taranto, i cittadini e i lavoratori del siderurgico». Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati e i senatori pugliesi del Movimento 5 Stelle.
«Gli aspetti che fino ad ora sono rimasti giustamente nell’ombra riguardano l’impegno e il lavoro profuso per più di un mese e mezzo, concretizzatosi in numerose riunioni, prima tra tarantini, poi tra pugliesi e poi tra i due gruppi del M5S alla Camera e al Senato. È stato meraviglioso condividere le stesse idee non solo tra pugliesi ma anche con campani, siciliani, piemontesi, laziali, toscani, friulani». L’emendamento, concludono i parlamentari pentastellati, «è solo la punta dell’iceberg. Il lavoro è ancora molto lungo per far sì che si arrivi alla riconversione economica di Taranto e della sua provincia. Con l’immunità penale che ci lasciamo ancora una volta alle spalle, e questa volta auspichiamo definitivamente, i cittadini e anche noi potremo continuare a lavorare con fiducia per valorizzare e far crescere le risorse naturali e storiche già a disposizione a Taranto che devono essere valorizzate dallo Stato Italiano».
EMERGENZA AMIANTO - «Nel Programma Organico di Rimozione Amianto redatto e presentato in data 30 aprile 2019 da ArcelorMittal si evince che ci sono ancora materiali contenenti 3750 tonnellate di amianto e non è da escludere la presenza di ulteriore materiale in varie aree dello stabilimento le quali pertanto non risultano censite». Lo scrivono Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) ed Rls (Rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza) di Fim, Fiom e Uilm in una lettera con la quale chiedono un incontro urgente al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mario Turco.
Le organizzazioni sindacali chiedono di conoscere «i procedimenti applicati per la bonifica, il numero e i dati anagrafici degli addetti, le caratteristiche di eventuali prodotti contenenti amianto e le misure adottate e in via di adozione ai fini della tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente, allo scopo di allontanare i lavoratori dalle fonti inquinanti attraverso l’estensione dei benefici previdenziali in conformità al Decreto ministeriale del 27 ottobre 2004». Fim, Fiom e Uilm precisano che la presenza di amianto è da associare a «impianti dismessi; impianti la cui bonifica è possibile solo alla fine della vita tecnica degli impianti e allo loro conseguente fermata; vecchie tubazioni fluidi; pannelli di delimitazione con funzione edile; locali in disuso; componentistiche elettriche di vecchia generazione»
CONFINDUSTRIA CHIEDE INCONTRO A NUOVO AD MITTAL - Il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, ha chiesto un incontro al nuovo amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, "auspicando in un riscontro di segno positivo e ribadendo il ruolo di tutela dell’associazione nei confronti di tutte le aziende del territorio, purché rispettose delle regole e aperte a forme di reciproca collaborazione». Lo rende noto Confindustria dopo un confronto con il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci sui temi della soppressione dello scudo penale, della congiuntura dell’acciaio e della situazione dell’indotto.
«La riunione - spiega Marinaro - si è conclusa con la proposta di Confindustria di poter aprire a breve, non prima di avere reale contezza del quadro che si delineerà a livello governativo, un tavolo di interlocuzione fra l’associazione degli industriali, l’azienda siderurgica e le istituzioni del territorio». Condivisione, conclude il presidente di Confindustria Taranto, «è stata inoltre espressa rispetto alla volontà del sindaco ad investire in un nuovo modello di sviluppo, nel tentativo - lo stesso di Confindustria - di capovolgere il paradigma della città (solo) inquinata e lasciata a se stessa. Una città che è uscita già da molti anni dalla monocultura siderurgica».