TARANTO - Dopo l’incontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e la nuova ad di Arcelor Mittal Italia, Lucia Morselli, i sindacati attendono una convocazione da parte dello stesso Mise. Oggi il Senato dovrebbe confermare l’eliminazione dello scudo legale per l’azienda. L'emendamento del M5s che sopprime l’articolo del dl 'salva-impresè dedicato alle tutele legali per l’ex Ilva è infatti presente nel maxi-emendamento che a breve sarà votato, con la fiducia, in Aula a palazzo Madama.
Patuanelli ha spiegato che un «punto di equilibrio» è possibile. Si sta cercando quindi una soluzione che dovrebbe arrivare tempestiva per dare continuità alla siderurgia in Italia. I sindacati sono molto preoccupati, la chiusura dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto avrebbe un effetto domino su tutta la produzione e poi l’indotto, con perdite ad oggi, fanno notare, difficilmente calcolabili.
L'INDISCREZIONE - L’incontro tra il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e la nuova ad di Arcelor Mittal Italia, Lucia Morselli, dovrebbe essere a breve. Ma, a quanto si apprende da fonti parlamentari, il ministro avrebbe già incontrato due settimane fa i vertici dell’azienda che, secondo quanto riferiscono le stesse fonti, non avrebbe dato rassicurazioni al governo esprimendo la volontà di ridurre la produzione del colosso siderurgico di Taranto a 4 milioni di tonnellate.
LE PAROLE DEL VESCOVO - «La prospettiva di licenziare 5mila persone, più del 50% dei lavoratori dell’Ilva, creerebbe un disagio sociale di enormi proporzioni. La politica deve intervenire perché la proposta della decarbonizzazione è giusta e positiva, però deve essere seguita da provvedimenti adeguati che non permettano la riduzione dei posti di lavoro». Lo dice al Sir l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro.
«Sono contrario al licenziamento delle persone per il disagio sociale che ciò crea - ribadisce il presule -. È necessaria un’attenzione simultanea ai due problemi: da una parte, alle questione occupazionale; dall’altra, a quella ambientale con la chiusura dell’area a caldo. Quest’ultima è una proposta compatibile con l’ambiente, ma deve essere valutata simultaneamente al discorso dell’occupazione».
LA PREOCCUPAZIONE DI BARBAGALLO - «Siamo molto preoccupati perché c'è il rischio che rimettere in discussione lo scudo penale possa portare ArcelorMittal a decidere di utilizzare solo il mercato dell’acciaio in Italia e non la produzione dell’acciaio». Lo ha affermato il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, a margine dell’incontro del gruppo Federico Caffè alla Lumsa. "La continuità produttiva di cui parla il governo è quello che noi cerchiamo da un sacco di tempo, però i fatti dimostrano che si rischia di fornire alibi a chi vuole andarsene dal nostro Paese. E questo non possiamo permettercelo», ha detto Barbagallo.
LE PAROLE DELLA FIOM - «Oggi i principali quotidiani nazionali hanno titolato su un possibile piano di ArcelorMittal, che per far fronte alla crisi del mercato dell’acciaio, prevede circa 5mila lavoratori in esubero in tutti gli stabilimenti del gruppo. Non è ammissibile leggere sui giornali le intenzioni dell’azienda di cancellare l’accordo del 6 settembre del 2018 e quindi il piano industriale e ambientale concordato. La Fiom è pronta alla mobilitazione contro ogni ipotesi di licenziamento e di messa in liquidazione della siderurgia in Italia». Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia.
«E' inaccettabile un confronto che di fatto esclude sindacati e lavoratori. Ribadiamo l’urgenza di una convocazione del tavolo al Mise alla presenza dei nuovi vertici di ArcelorMittal e del Ministro dello Sviluppo Economico per chiarire quale sia il futuro degli stabilimenti del gruppo in Italia e della produzione dell’acciaio» concludono.
LE ACCUSE DI BOCCIA A DI MAIO - «Non sono stato io ma Di Maio ad aver fatto una mediazione sulla vicenda delle bonifiche e dell’immunità. L’ha fatta lui ed oggi il M5s presenta un emendamento che corregge la linea di Di Maio, questo è il dato politico». Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia ad un forum in merito alla discussione sulla soppressione dello scudo legale per Arcelor Mittal in relazione allo stabilimento di Taranto.
«Mi chiedo però e chiedo alle forze politiche - aggiunge Boccia - Arcelor Mittal sta riducendo la produzione di Taranto a 4 milioni di tonnellate per la questione dell’immunità o aveva già deciso di rivedere piano industriale? Secondo me aveva già deciso di farlo».