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Mittal, dubbi sui dispositivi anti-uragano delle gru: verifiche

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Taranto, nuovo incidente gru Mittal, nessun ferito

Due giornate di esame nell'accertamento disposto dalla Procura

Mercoledì 28 Agosto 2019, 13:05

Affiorano dubbi sul numero e sulla efficacia dei dispositivi anti-uragano montati sulle gru utilizzate da ArcelorMittal per lo scarico dei minerali sul quarto sporgente del porto. Dubbi e interrogativi che hanno contrassegnato la giornata di ieri e quella dell’altro ieri, dedicate allo svolgimento dell’accertamento tecnico irripetibile disposto dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta sul tragico incidente costato la vita, lo scorso 10 luglio, al gruista di ArcelorMittal Mimmo Massaro. La vittima stava operando a bordo della macchina scaricatrice Dm5 quando una tempesta di vento e acqua lo ha fatto finire in mare con tutta la gru, rendendo vana la sua corsa in sala argani.

Ieri mattina sono stati rimossi i teli antivento installati sulle due gru - la Dm6 e la Dm8 - rimaste in bilico sul quarto sporgente dopo essere finite addosso alla Dm5. Successivamente, nel sopralluogo compiuto nell’area - sottoposta a sequestro - dal consulente tecnico della Procura Antonio Galati e dai consulenti tecnici di parte Giuseppe Carbone, Luca Tagliente, Maurizio Scudella, Angelo Gentile, Massimo Trotta, Antonio Ficarella, Lorenzo Spinelli e Salvatore Pantone si p proceduto alla ispezione di un dispositivo anti-uragano montato su una delle due gru.

L’inchiesta per concorso in omicidio colposo e rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro conta dieci indagati, ovvero il datore di lavoro e gestore dello stabilimento di Taranto di ArcelorMittal Italia Stefan Michel Van Campe, il capo divisione sbarco materie prime Vincenzo Di Gioia, il capo area sbarco materie prime Carmelo Lucca, il capo reparto di esercizio Giuseppe Dinoi, il capoturno esercizio quarto sporgente Domenico Blandamura, il capo squadra esercizio quarto sporgente Stefano Perrone, il capo reparto manutenzione meccanica Mauro Guitto, il capo reparto di manutenzione elettrica Andrea Dinoi, e il capoturno di esercizio al quarto sporgente, Teodoro Zezza, in servizio nel turno precedente a quello nel quale si è verificato l’incidente, e la stessa ArcelorMittal Italia, indagata per l'illecito amministrativo della legge 231 del 2001 che disciplina la responsabilità delle imprese, in ordine all'omicidio colposo.

La vittima è stata ritrovata dal nucleo sommozzatori subacquei dei carabinieri di Pescara soltanto dopo tre giorni di ricerche alle quali hanno partecipato anche la Guardia Costiera e i Vigili del fuoco, con il supporto dello Spesal. Un lavoro di squadra, coordinato dalla Procura, che ha consentito di recuperare il cadavere di Massaro e dare una risposta alla famiglia che aveva fatto appello a tutte le istituzioni per cercare il corpo di Mimmo. Stando a quanto emerso dall’esame eseguito dal medico legale Marcello Chironi, Massaro sarebbe morto per annegamento non essendo la ferita riscontrata alla testa in grado da sola di causarne il decesso.

I dieci indagati avrebbero consentito l’utilizzo di apparecchiature di sollevamento - le gru di banchina - non idonee all’uso da parte dei prestatori di lavoro, omettendo di collocare impianti destinati a prevenire infortuni sul lavoro, ovvero rimuovendoli o danneggiandoli, in tal modo cagionando l’infortunio mortale del lavoratore Mimmo Massaro.
I pubblici ministeri hanno deciso di far svolgere l’accertamento tecnico irripetibile per consentire al consulente, nel pieno contraddittorio delle parti, di ricostruire la dinamica degli eventi (individuandone le relative cause) che hanno determinato la caduta in mare della scaricatrice Dm5, a bordo della quale c'era il gruista Mimmo Massaro, e la traslazione delle gru Dm6 e Dm8. Il consulente dovrà poi accertare le condizioni strutturali e manutentive delle gru in questione al fine di verificare se le stesse esercitassero la loro attività in condizioni di sicurezza così come disposto dalla normativa vigente e e se l'attività lavorativa fosse svolta nel rispetto delle procedure e delle normative in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Le operazioni riprenderanno il prossimo 4 settembre.

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