«Con riferimento al contratto tra lo Stato italiano e la multinazionale ArcelorMittal per la cessione dell’acciaieria Ilva, lei, a nostro parere, ha commesso errori, ritrattato, tradito sia la filosofia del suo movimento, sia quella parte del popolo italiano che ingenuamente aveva voluto credere alle dichiarazioni sue e dei candidati tarantini, questi ultimi da lei mai smentiti». Lo sottolinea il gruppo dei Genitori Tarantini in una lettera aperta al vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, capo politico del Movimento Cinque Stelle. In particolare i Genitori contestano le «notizie su un aumento della produzione, in barba a quella valutazione preventiva del danno sanitario e ambientale pretesa dalle Associazioni e dai cittadini di Taranto e mai presa in considerazione».
«Durante l’incontro da lei organizzato con le Associazioni tarantine - aggiunge il movimento - le ricordammo, tra le altre cose, che è principale dovere della Repubblica tutelare la salute come diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività, dandole un assist, con qualche mese di anticipo, per impugnare il contratto di cessione dell’Ilva. 'Abbiamo ottenuto il miglior risultato possibile nelle peggiori condizioni possibilì è un’altra sua frase - attacca il movimento - che passerà alla storia come affermazione di un mentitore seriale».
Il miglior «risultato possibile - proseguono i Genitori Tarantini - sarebbe stato, per un 'governo del cambiamentò, rispettare il dettato costituzionale in ogni suo articolo. Ci arrivano, ora, notizie riguardanti un aumento della produzione, in barba a quella valutazione preventiva del danno sanitario ed ambientale pretesa dalle Associazioni e dai cittadini di Taranto e mai presa in considerazione».
«Quando un bambino si ammala, soffre ed infine muore - concludono i Genitori tarantini - signor Di Maio, l’intera Repubblica democratica italiana dovrebbe abbassare gli occhi ed interrogarsi per capire se davvero tutto quello che si poteva fare è stato fatto».