BARI - Il Bari chiama. La Sampdoria risponde. In attesa del faccia a faccia di domenica prossima al San Nicola, test della 28ª giornata di B, biancorossi e blucerchiati iniziano il duello a distanza che li condurrà allo scontro del prossimo fine settimana col batticuore nel petto dei calciatori di Longo e Semplici e di due tifoserie strette in un solido rapporto di amicizia.
Le stesse palpitazioni che albergano nell’animo di Sergio Volpi, bresciano classe ‘74 nativo di Orzinuovi, oggi allenatore ed in passato ex centrocampista di Bari e Sampdoria. Con i biancorossi gioca 61 partite e segna otto gol dal 1996 al 1998 centrando una promozione in serie A dove fa il suo esordio alla fine di agosto del ‘97 nella sfida persa 2-0 dal Bari contro il Parma. Con la maglia biancorossa, segna anche il suo primo gol nel massimo campionato (Bari-Roma 1-3). Seguono le parentesi a Venezia e Piacenza, prima di approdare ai blucerchiati (193 partite e 22 reti) in sei anni dal 2002 al 2008. Erano gli anni del presidente Riccardo Garrone, già storico sponsor doriano, che chiama Walter Novellino per riportare la squadra in A. Promozione centrata anche grazie ai gol di Volpi: ne realizza otto, suo record di marcature in una stagione. Oggi allena i mantovani del Castiglione, campionato di Eccellenza.
Volpi, sta seguendo il campionato di serie B?
«Leggo e se posso vedo con interesse i risultati e le cronache delle squadre dove ho militato. Come il Brescia, formazione della mia città di cui sono sempre stato tifoso. E poi Carrarese e ovviamente Bari e Sampdoria».
Che idea si è fatto della squadra di Longo?
«Sono ripartiti da zero, ribaltando l’organico della scorsa annata. Al mister è servito del tempo per far capire le sue idee. Sta disputando un buon campionato con l’intento di arrivare ai playoff e giocarsi le sue chance di promozione».
I biancorossi sono settimi. Classifica veritiera?
«Le prime in alto, Pisa, Sassuolo e Spezia hanno avuto sinora un ritmo impressionante. Gli emiliani hanno giocatori che non c’entrano nulla con la categoria. Il Pisa è la sorpresa, nessuna la accreditava tra le favorite per la vittoria diretta. Inzaghi conosce bene la B e allena giocatori di esperienza. La Juve Stabia è l’altra sorpresa. Il Catanzaro si sta confermando. Dal canto suo, il Bari può giocarsi le sue armi».
Un tempo si puntava a vincere la B direttamente. Adesso l’obiettivo minimo è centrare i playoff. Pensa sia alla portata?
«Assolutamente sì. Il Bari potrà rientrare fra le prime otto e puntare a spuntarla nelle gare secche dei playoff dove tutto può succedere e non c’è nulla di scontato. Nel vedere i nomi della rosa, i biancorossi hanno le carte in regola per questo obiettivo».
Longo spazia dal 3-5-2 al 3-4-2-1 o 3-4-1-2. In base alla sua esperienza tecnica, quale modulo rende di più?
«Ricordo Longo per averci giocato contro delle volte. Oggi da allenatore, in base alle caratteristiche dei suoi giocatori e all’avversario che incontra, cerca di schierare il modulo migliore per trarre il maggiore vantaggio e sfruttare le doti tecniche degli uomini a disposizione. Per fare bene non contano i moduli, ma le motivazioni per voler vincere. Non esistono strategie tattiche decisive. Non è detto che giocando con tre punte porti a casa i tre punti in automatico. Alle volte, anche con un solo attaccante metti in difficoltà gli avversari sfruttando altre situazioni di gioco. Longo procede così».
Maita, Benali, Lella, Maggiore. Degli attuali centrocampisti biancorossi, chi le assomiglia di più?
«Sono giocatori di esperienza che conoscono bene la B. In qualsiasi modulo Longo voglia impiegarli, possono svolgere il ruolo richiesto. Il mister ha varie soluzioni e vanno sfruttate. Per il resto, non amo fare paragoni. Il mio era un calcio molto diverso da quello attuale. Ognuno ha la sua specifica identità».
Domenica si gioca Bari-Sampdoria. Due facce del suo passato da calciatore. Piazze importanti: cosa le hanno lasciato?
«Grandissimi ricordi. Ho avuto la fortuna di indossare entrambe le maglie, con due pubblici calorosi, affamati di e capaci di sostegno dal primo al novantesimo. Mi sono tolto le mie soddisfazioni. A Bari salimmo in A e ci salvammo. Indimenticabile la vittoria a San Siro contro l’Inter con gol di Masinga. E, in B, il derby vinto col Lecce che segnò la risalita fino al memorabile 3-1 sul Castel di Sangro nella giornata della promozione. Con la Sampdoria ho giocato per sei anni avendo il privilegio di arrivare in Europa League. Sono stati anni bellissimi per me. Con i blucerchiati, non posso non citare i derby contro il Genoa. Quattro vinti e uno pareggiato».
Domenica da che parte starà?
«Da nessuna delle due. Sono legato ad entrambe le realtà. Bari mi ha dato tanto e mi ha fatto conoscere il calcio vero. Alla Samp sono legato anche per aver trascorso tanto tempo».
In entrambe le squadre ci saranno degli assenti per infortuni e squalifiche (Obaretin e Sibilli, un turno, ndr). Il Bari necessita di punti playoff. La Sampdoria di linfa per risalire. Che partita dobbiamo aspettarci?
«Mi attendo una bella partita e spero che entrambe, insieme al mio Brescia, possano presto tornare nella categoria che meritano. Le due piazze meritano la A. La partita la farà più il Bari, come possesso palla e predominio del gioco. C’è tuttavia da stare attenti, perché la Sampdoria dispone di elementi che possono risolvere la partita con una giocata. Penso a Coda e Niang. Purtroppo, mancherà Sibilli. Anche il Bari ha delle frecce nel suo arco in grado di inventare il guizzo vincente da un momento all’altro».
Sarà spettacolo anche sugli spalti, tra due tifoserie amiche.
«So che c’è un gemellaggio importante. Mi auguro che il pubblico sia numeroso e che si diverta. Il risultato? Non faccio pronostici».