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Toni Servillo e Roberto Andò, con "L' Abbaglio" il riconoscimento all'Ischia Film Festival

 
stella fanelli

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Toni Servillo e Roberto Andò

L'attore e il regista al quarto film insieme si raccontano, rivelando le ragioni che nutrono un sodalizio umano oltre che professionale da anni

Giovedì 03 Luglio 2025, 21:54

Un nuovo prestigioso riconoscimento che premia L’Abbaglio porta a Ischia Roberto Andò e Toni Servillo. Il regista e l’attore al quarto film insieme si raccontano, rivelando le ragioni che nutrono un sodalizio umano oltre che professionale da anni. 
 
L’Abbaglio è il quarto film che fate insieme, come è lavorare insieme?

Servillo: «Amo lavorare, e mi è spesso capitata questa fortuna, con registi con cui condivido un orizzonte culturale, un profilo umano e Roberto, che è anche come me uomo di teatro, non ha mai considerato l’esperienza teatrale  un’anticamera per il successo cinematografico, entrambi alterniamo teatro e cinema con grande passione. Peraltro il nostro penultimo film (La Stranezza) era incentrato sulla rivoluzione pirandelliana del testo teatrale. Una proposta da parte di Roberto per me vuol dire entrare dentro l’elaborazione di un progetto che nasce molto tempo prima delle riprese e inizia infatti con conversazioni, discussioni, approfondimento di spunti e idee. Anche con  Martone e Sorrentino c’è una fraternità artistica, in cui si elabora insieme un progetto sin dalle fondamenta.  
Andò: per parlare dell’Abbaglio il personaggio del colonnello Orsini non poteva che ‘incarnarsi’ in Toni, ci siamo contagiati a vicenda di letture che un po’ hanno guidato la sceneggiatura perché questo personaggio veramente esistito nella sceneggiatura è stato rielaborato dalla fantasia, abbiamo messo tante cose che lo rendono un personaggio a cui io sono molto affezionato e quindi la costruzione è venuta da sé. 
Cosa ama del cinema di Roberto Andò?
Servillo: Roberto fa un cinema di appassionata divulgazione culturale, didattico oserei dire, per gli argomenti che sceglie di affrontare, tipo proporre al pubblico due film, così come i suoi due ultimi, imponendo  personaggi e storie anche ingombranti.. come Pirandello e tutta la vicenda di Garibaldi che anima una pagina della nostra storia nazionale che non è così frequente nel nostro cinema vivere.  Noi abbiamo la responsabilità di fare cultura, non possiamo fare altro che alimentare un dibattito culturale vivo con la qualità delle proposte e le scelte dei temi, il valore che attribuiamo al linguaggio con cui affrontiamo questi temi. 
Andò: è importante anche la serietà dell’atteggiamento e il modo in cui si difende la cultura! 
Servillo: dobbiamo distinguere gli artisti da chi amministra la cultura;  l’artista deve avere libertà e anche fantasia di esprimersi e chi amministra deve riconoscere le qualità che contraddistinguono anche sul mercato internazionale gli artisti e favorirne la nascita e lo sviluppo soprattutto per i giovani. 
 
Come sceglie le storie da raccontare? 
Andò: sono chiamato da certi temi, sento l’esigenza di fare un certo film che richiama temi che ho a cuore,  così è stato per tutti i miei film.  Mi piace sapere come regista dall’inizio  l’attore che deve interpretare un ruolo, non sono uno di quelli che lascia la casella vuota,  mi piace vincolarmi fin dall’inizio con l’immaginazione e molto spesso quando scrivo i personaggi maschili mi viene in mente Toni, sarà perché racconto certe storie che sono congeniali al suo modo di essere, sarà perché è un grande attore, e poi perché  si è cementato un sodalizio umano profondo! Da quel momento inizia un dialogo molto fitto, la cosa bella è che il film comincia prima delle riprese. Prima c’è una decantazione fatta di confronti, riflessioni, letture, c’è un lungo lavoro dietro i film che facciamo, lungo percorso insieme. 
Toni, Cinema e Teatro: due mondi che continuerà a frequentare? 
Servillo: io nasco col teatro e ho fatto il mio primo film 40 anni! Fino a 40 anni non avrei mai immaginato di fare l’attore cinematografico, da ragazzo mi immaginavo uomo di teatro. All’interno  di Teatri Uniti con Martone decidiamo di fare un cinema indipendente e nasce Morte di un matematico napoletano. Frequento i due linguaggi che si aiutano a vicenda ed evitano anche una fossilizzazione artistica e tutto questo mi aiuta a capire certe complessità della vita. Andò e Martone mi hanno offerto la possibilità di fare due personaggi come Pirandello e Scarpetta che sono uomini di teatro. Entrambe queste arti comprendono nella loro natura profonda il pubblico, lo comprese Shakespeare e ovviamente Pirandello. 
Toni quale personaggio avrebbe voluto interpretare? 
Servillo: Il personaggio che non ho fatto e che avrei voluto interpretare amando moltissimo la musica classica è il direttore d’orchestra che Sorrentino decide di far interpretare a Michael Caine, un gigante! 

A cosa chiedete salvezza nei momenti di difficoltà? 
Servillo: Nei momenti di difficoltà ciò a cui mi sono sempre affidato è il valore dell’amicizia, al  poter condividere con delle persone a cui vuoi bene uno schiaffo…, un successo. Senza l’amicizia la mia vita sarebbe meno nutrita 
Andò: c’è una cosa bellissima che dice lo scrittore Thomas Bernhard che ha scritto un libro stupendo Antichi maestri in cui racconta l’Arte attraverso l’imperfezione: un uomo va tutti i giorni in questa galleria a Vienna e nei quadri di grandi artisti cerca gli errori, questo ‘scrigno’ che noi apriamo continuamente nei momenti difficili che è l’Arte che è una forma di religione anche per chi non crede, quando stai male tu insegna anche la bellezza della fragilità. Ma credo che oltre l’arte come fonte di consolazione sia il rapporto umano ciò cui facciamo appello nel dolore. 

Le vite che raccontate scrivendole e interpretandole quanto cambiano in voi la percezione di quei personaggi o momenti storici in cui vissero? 
Andò: nel caso di Pirandello ovviamente mi colpisce il mistero, quello che mi attrae è la relazione con la creatività che è stata al centro soprattutto nella svolta che l’ha portato a scrivere Sei personaggi in cerca d’autore. Quello con Pirandello  è un dialogo che continuerà perché non si può chiudere, non voglio chiuderlo. Mi sollecita molto scrivere sulla società, di storia, di politica, con L’abbaglio ho potuto riaprire questa pagina forse trascurata della storia ma fondamentale per noi  raccontando questo momento straordinario in cui può accadere tutto, il momento in cui era possibile immaginare una Italia diversa e quell’immaginazione ha mosso la gente che veniva dal nord per fare la Spedizione dei Mille, conquistare questa Sicilia così lontana non solo geograficamente è straordinario. E’ interessante fare un film che ti permette di comprendere come la storia venga percepita anche dal pubblico. Credo che il film continuerà a modificare il sentimento verso la vicenda che riporta, magari fra 5 anni il film sarà visto in modo diverso. 
Servillo: per me il momento fondamentale de L’Abbaglio  è lo scontro tra un illuso che è  l’Orsini e i due disillusi che sono interpretati da Ficarra e Picone:  l’incontro tra questi crea un paradosso della storia rocambolescamente contribuiscono a risolvere un problema, ho trovato questo molto affascinante e volevamo che affascinasse anche il pubblico! 
Toni vorrebbe interpretare altri personaggi della storia o della letteratura? 
Servillo: ho interpretato personaggi ‘storici’, realmente esistiti e alcuni di questi li ho interpretati mentre erano ancora in vita e devo dire che è molto più bello per un attore fare un personaggio di fantasia perché un personaggio reale ti costringe a combattere con l’idea che se ne è già fatta il pubblico con il profilo che ne raccontano i media, i social.. se mi venisse proposto un personaggio del passato che ha cercato furiosamente la libertà probabilmente lo farei! Ordini mi è sembrato quasi immaginario per quanto è stato rielaborato poeticamente, mi interessano molto poco i biopic perché ritengo che siano superficiali, poco emozionanti,  noiosi! No, non c’è un personaggio che mi piacerebbe interpretare, mi piacerebbe invece sostenere una invenzione poetica, un ruolo che sia ilun parto di un autore! Preferisco Amleto a qualunque personaggio della Storia! 
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