Vincitore del «Leone d’Argento» a Venezia nel 2024 e fresco di inserimento, assieme a C’è ancora domani, come coppia italiana nella lista di 207 film aspiranti al prossimo Oscar, Vermiglio passa in anteprima assoluta televisiva nazionale stasera alle 21.15 su Sky Cinema Uno. È la seconda opera lunga della bolzanina Maura Delpero, che traduce sul grande schermo il racconto di un mondo antico regalando commozione al pubblico.
Tre sorelle, Lucia, Ada e Flavia, non sono più bambine ma non ancora donne. Si trovano incastrate nel labirinto del conflitto mondiale. Un solo sparo segna la fine della loro innocenza. Quello che la regista Delpero dipinge sulla tavolozza cinematografica è un piccolo vecchio mondo che è ancora delineabile ma che è diametralmente lontano dal nostro presente, nella sua gentilezza, nel suo fuoco familiare e nel potere educativo del padre. Al centro di «Vermiglio» pulsano le figure femminili la cui scarsità di opzioni è tangibile, ma che, come dirà Ada, non vorrebbero «essere uomini, solo avere le loro stesse possibilità». La trama approfondita da Delpero è quasi ai confini dell’umanità e delle sue anime. E non è un caso che Vermiglio, il luogo (o non luogo) sulla montagna del Trentino dove è ambientata la pellicola, sia un borgo che fino al 1918 è stato «ai confini del Regno», crocevia tra il territorio austro-ungarico e quello italiano. La pellicola parte da qui, dove, nel 1944, una famiglia attraversa la propria quotidianità, tra l’asprezza del paesaggio montano e il folklore di una comunità di frontiera, lontana dal mondo civilizzato ormai sprofondato nella Seconda grande guerra del secolo.