«Quando non si è sinceri bisogna fingere, a forza di fingere si finisce per credere; questo è il principio di ogni fede». Scrittore e intellettuale impegnato, Alberto Moravia è stato tra i più autorevoli testimoni degli eventi politici e sociali che hanno caratterizzato la storia italiana, e non solo, nel secolo scorso. Moravia è il protagonista di questo speciale del ciclo «Italiani», con Paolo Mieli, che viene riproposto da Rai Cultura oggi alle 12.15 su Rai Storia nel giorno dell’anniversario della nascita.
Dall’avvento del fascismo, nei primi anni ‘20, fino alla creazione del Parlamento europeo, dove lo scrittore romano si è impegnato personalmente per sostenere le ragioni del disarmo e della pace, Moravia è stato un attento osservatore delle traversie del suo tempo. È tra i viaggi che maggiormente l’hanno segnato la visita in Unione Sovietica subito dopo la destalinizzazione, l’incontro in Cina con i giovani maoisti all’epoca della rivoluzione culturale e la scoperta del continente africano che descrive raccontando i mutamenti in atto in molte aree di quell’universo primitivo. «La bomba atomica - sosteneva Moravia - non è stato un incidente di percorso della nostra civiltà. In realtà ne è parte integrante. È giunto il momento che gli uomini prendano coscienza di quanto i conflitti possano essere inutili e distruttivi. È necessario, per la salvaguardia della vita, creare il tabù della guerra».
Partecipano alla trasmissione la scrittrice Dacia Maraini, per lungo tempo compagna di Moravia, lo storico Lucio Villari, lo scrittore Lorenzo Pavolini e il critico cinematografico Adriano Aprà.