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Le donne contro «la ‘ndrangheta» storia vera e finzione

 
Redazione Spettacoli

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Le donne contro «la ‘ndrangheta» storia vera e finzione

È quello che accade in The good mothers, la nuova serie originale italiana targata Disney+, vincitrice della prima edizione Series alla Berlinale e da oggi su Disney+

Giovedì 06 Aprile 2023, 12:12

Donne contro «la ‘ndrangheta» tra storia vera e finzione, tra Milano e la Calabria e con Micaela Ramazzotti e Gaia Girace rispettivamente «madre e figlia coraggio». È quello che accade in The good mothers, la nuova serie originale italiana targata Disney+, vincitrice della prima edizione Series alla Berlinale e da oggi su Disney+. Una serie in sei puntate diretta nei primi tre episodi da Julian Jarrold e negli altri da Elisa Amoruso. Com’è questa «’ndrangheta» dal punto di vista femminile? Un’associazione mafiosa con dentro una sorta di cavallo di Troia, ovvero quelle donne cemento della famiglia mafiosa e, proprio per questo, anche capaci di sovvertirla.

Basata sull’omonimo bestseller del giornalista Alex Perry, la serie racconta di una giovane e brillante pm, Anna Colace (Barbara Chichiarelli), che ha l’intuizione di attaccare la «‘ndrangheta» facendo leva sulle sue donne, mogli, madri e amanti dei boss. Tutto parte dalla storia vera della scomparsa nel 2009 di Lea Garofalo (Micaela Ramazzotti), che aveva testimoniato contro il marito Carlo Cosco (Francesco Colella) per iniziare una nuova vita con la figlia Denise (la Gaia Girace de L’amica geniale). Man mano che il magistrato Anna si addentra nella «’ndrangheta», scopre le drammatiche vicende di Giuseppina Pesce (Valentina Bellè) e Concetta Cacciola (Simona di Stefano), due donne molto diverse, ma con la stessa voglia di ribellarsi. «Sono orgogliosa di aver interpretato un personaggio straordinario come Lea Garofalo che è riuscita a trasmettere i suoi valori e il suo coraggio anche alla figlia che, a sua volta, proprio come lei ha testimoniato. Lei ci ha messo la faccia, purtroppo non ce l’ha fatta. Spero che questa serie dia il coraggio di ribellarsi alla violenza di certi ambienti feroci», dice Ramazzotti. 

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