Jack Ryan è un eroe, ma lo scopriremo solo alla fine delle tre stagioni. All’inizio è un analista che lavora per la Cia e, attraverso l’interpretazione di transazioni finanziare sospette, ipotizza l’esistenza di un nuovo Bin Laden. Un uomo chiamato Suleiman che sogna un grande Medioriente. Dalla Siria a Parigi, Jack trascinerà il suo capo James Greer su e giù per il mondo finché non lo avrà trovato. Il cammino di Jack però è lastricato di pietre, ama l’azione più che l’ufficio anche se ciò comporta perdere amici o donne con cui condividere vite e sentimenti. Non ha pace: è costretto a fuggire in Europa per crimini che non ha commesso. Ricercato dalla CIA e da una pericolosa fazione internazionale, riuscirà a indagare su una spedizione di armi illegali dirette in Venezuela, e una cospirazione politica che farebbe impallidire agenti più esperti.
Mentre qualcuno fa il doppio gioco, altri muoiono, si arriva in Italia per tornare a Mosca, dove sta avvenendo l’impensabile, non l’impossibile: il tentativo da parte di una frangia di estremisti di restaurare gli antichi fasti dell’Unione Sovietica. Una corsa contro il tempo in cui la presidente della repubblica Ceca deve affrontare un alto tradimento e in gioco c’è la terza guerra mondiale. La storia si segue con il fiato sospeso, gli autori Carlton Cuse e Graham Roland trovano il ritmo giusto per rendere fin troppo credibili le avventure di Ryan (ottimo John Krasinski), complici gli ottimi coprotagonisti Wendell Pierce (Green), il collega Mike November (Michael Kelly), e nell’ultima stagione la brava Nina Hoss. Dal libro di Tom Clancy, una delle serie migliori e più viste di Prime Video.