Neanche fosse Barcellona – Conocchiella, la partita tra Antonio Decaro e i suoi competitori alla poltrona di governatore di Puglia sembra proprio abbia il risultato scontato. L’ingegnere barese è decisamente favorito. Il fatto che la struttura del prossimo consiglio regionale continuerà ad essere composta da 50 eletti, lo aiuterà. I problemi, perciò, saranno tutti a carico dei candidati. Si ipotizzano dolori fin d’ora, perché la competizione per raggiungere un seggio in Regione sarà durissima e senza esclusione di colpi bassi; chiedere all’attuale governatore Emiliano per conferma. Nel 2020 da Taranto e provincia arrivarono a Bari, in via Gentile, in dieci: tre del Partito Democratico (Pentassuglia, Di Gregorio, Mazzarano), uno della lista ‘Con Emiliano’ (Lo Pane), uno della lista ‘Popolari con Emiliano’ (Stellato), uno del Movimento 5 Stelle (Galante), uno della lista ‘La Puglia domani’ (Scalera), uno di Forza Italia (De Palma), uno di Lega Salvini Puglia (Conserva) e uno di Fratelli d’Italia (Perrini). Non credo di azzardare troppo nell’immaginare che gli esiti delle prossime consultazioni elettorali regionali non saranno molto diversi da questi; salvo qualche nome, chiaramente. Sei di essi apparterranno alla linea politica di Decaro e quattro a chi gli si oppone, escludendo balletti. Spacchettando i sei di cui sopra, tre dovrebbe eleggerli il PD, uno il Movimento 5 Stelle e sugli ultimi due potrà dare notizie solo la divinità sdréusa che protegge i luoghi su cui insistono sistemi elettorali cervellotici. È ancora fresco il ricordo delle elezioni che hanno portato Piero Bitetti a diventare sindaco di Taranto, il rimpastino della giunta di Martina Franca ha placato qualche tensione di troppo, già si scalda l’aria in città importanti della provincia - come Manduria - che eleggeranno il nuovo sindaco nella primavera del 2026 e i politici più lungimiranti stanno già provando a trovare posizionamenti utili per le ‘Politiche’ del 2027. Ma le recenti elezioni di Taranto ci fotografano due dati meritevoli di riflessione; il primo: a votare è andato poco più del 49 per cento del corpo elettorale; il secondo: un gruppo di poco meno di una dozzina di candidati è stato pregiato da oltre mille preferenze personali. Uno di loro, addirittura, ha doppiato tale traguardo. Una polarizzazione del consenso che merita adeguata considerazione, soprattutto in quel che resta dei partiti tradizionali. I partiti che hanno una storia sanno che è importante armonizzare le proprie punte di diamante al resto della squadra. Perché Yamal sarà pure fortissimo, ma senza la collaborazione di tutti gli altri campioni del Barcellona, da solo partite non ne vince. Neppure se il Barcellona gioca contro Conocchiella: a Yamal sono indispensabili gli altri suoi compagni. Perché, giocando da squadra, il Barcellona vince; Yamal – giocando da solo – le perde. Come scrivo da tempo, Taranto è a un punto di svolta della sua storia millenaria. E deve vincere in tutte le competizioni in cui la città è chiamata. Pure quelle che eleggeranno il prossimo governatore della regione Puglia.

I vari «Yamal» dello Ionio imparino a fare squadra
Domenica 14 Settembre 2025, 09:35