Sabato 22 Novembre 2025 | 20:00

Lecce, aggressione in carcere: poliziotto preso a bastonate con la scopa

Lecce, aggressione in carcere: poliziotto preso a bastonate con la scopa

 
Mauro Ciardo

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Mauro Ciardo

Lecce, aggressione in carcere: poliziotto preso a bastonate con la scopa

I medici, dopo avergli riscontrato un trauma cranico, gli hanno assegnato una prognosi di 15 giorni. I sindacati: «Organici ridotti all’osso e sovraffollamento oltre il 160%»

Sabato 22 Novembre 2025, 12:32

Un altro agente della polizia penitenziaria finisce in ospedale dopo essere stato aggredito da un detenuto. Intanto i sindacati di categoria tuonano contro la carenza di organico che renderebbe la struttura di Borgo San Nicola una delle meno sicure della regione.

L’ultimo episodio si è verificato nella tarda mattinata di giovedì ai danni di un agente, in servizio nel reparto maschile C2. Si tratta di un assistente capo coordinatore che è stato letteralmente preso a bastonate, con il manico di una scopa in dotazione ai detenuti per le pulizie delle stanze, procurandogli il trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi”. Qui i medici, dopo avergli riscontrato un trauma cranico, gli hanno assegnato una prognosi di 15 giorni.

Il mondo sindacale chiede che un cospicuo numero di detenuti venga trasferito da Lecce, poiché il carcere è strapieno e gli agenti della penitenziaria in servizio sono ridotti all’osso.

«Chiediamo l’immediato intervento delle istituzioni e lo sfollamento di almeno 250 detenuti – invoca il segretario regionale del sindacato Fsa Cnpp Spp, Ruggiero Damato – riteniamo che l’attuale catena di comando del penitenziario leccese non sia in linea con le reali esigenze di un penitenziario così complesso, essendo il più grande penitenziario della regione Puglia e del sud Italia, ridotto a un vero e proprio carcere “colabrodo”. Qui è un vero inferno per le donne e per gli uomini della penitenziaria – lamenta - lasciata in balia dei facinorosi, che per fortuna sono una parte minoritaria della popolazione detenuta. Chiediamo l’immediato intervento degli organi dipartimentali e regionali – è il suo appello finale - per ristabilire ordine e sicurezza, in quanto è disumano e degradante custodire persone con la limitazione della libertà letteralmente stipate, con un sovraffollamento che va oltre il 160 per cento».

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