Luoghi dell’avvenire, con avanguardie sperimentali e nuove modalità di convivenza e sostenibilità, ricche di umanità aumentata: è la Basilicata interiore, un posto magico, soprattutto se a chi ha energie, creatività e voglia di portarci il mondo viene data la possibilità di esprimersi. Così capita di visitare Tursi e il suo antico quartiere della Rabatana, dove una giovane ragazza argentina va in cerca delle proprie origini. E’ una nomade digitale con il sangue lucano che cerca tracce della propria famiglia nel paesino di Albino Pierro, il più importante poeta contemporaneo della svolta dialettale, più volte vicino al premio Nobel. Con i suoi 5000 abitanti rischia come tutti i paesini delle aree interne di spopolarsi e di estinguersi. Così a ravvivarlo, soprattutto nei mesi estivi, ci pensa un gruppo di giovani ragazzi che, complice della pandemia, accoglie con il progetto Tursi Digital Nomads, ritornanti e smart worker da tutto il mondo, con bagaglio emotivo da riempire di nuove esperienze.
Animano uno spazio di coworking nel vecchio palazzo storico del Municipio di Tursi, già antico convento, concesso gratuitamente dal Comune, con postazioni singole per conference call e ampie stanze di condivisione, con finestre affacciate su paesaggi a perdita d’occhio. Grazie a loro i nomadi digitali arrivano da Londra, Madrid, Berlino e affittano appartamentini ristrutturati nel centro storico di Tursi, case vacanze e BB rimessi a nuovo, lavorando e godendo di una pace e di un ambiente rurale unici al mondo. Cittadini temporanei, animano e popolano i rioni nei mesi più caldi lontani dal traffico delle metropoli internazionali. Energie fresche che creano, progettano e con l’innovazione sociale creano una leva per la crescita della comunità.
Come carezze dell’anima, gli abitanti rimasti nel paesino li accolgono, preparano loro da mangiare, bevono, ballano, trasmettendo lo spirito della lucanità più autentica. I transumanti digitali non hanno possibilità di alienarsi nelle Lucania più intima, perché i tursitani hanno tanto da raccontare e mostrare: i frizzuli da preparare insieme in casa, le tavole da imbandire con cibo e vino, i caminetti da accendere attorno a cui raccontarsi storie, i passi delle tarantelle per danzare, le poesie in dialetto da imparare. L’umanità aumentata della Basilicata interiore sconfigge il più noioso cinismo e dà modo di riscoprire il calore umano più vero e più autentico che nelle città più grandi via via si affievolisce nell’indifferenza e nella mancanza di empatia. Perciò, lunga vita ai nomadi digitali che abitano i paesini spopolati delle aree interne, facendoli diventare già luoghi del futuro.