BARI - Sarebbe un caso «umanamente difficile» quello che ha portato stamattina la procura della Repubblica di Bari a chiedere e ottenere l'arresto di Filippo Pappalardi con l'accusa di aver preso, ucciso e occultato i cadaveri dei figli Ciccio e Tore Pappalardi. Tutto sembra essere maturato nel contesto familiare difficile o degradato, per usare un termine degli inquirenti dove i due ragazzi vivono con il padre e la sua convivente Maria, che ha altri tre figli suoi. La madre di Ciccio e Tore, Rosa Carlucci (nella foto a sinistra), a sua volta convive con un sessantenne e con una figlia minorenne di Pappalardi. Anche in questo contesto le cose sono difficili: nel corso delle indagini emergono situazioni scabrose, il convivente della madre finisce sotto inchiesta per presunte molestie sessuali su minore in ambito familiare. Ma questa è un'altra storia e intanto restano da chiarire due punti essenziali.
Dove sono i due corpi e come sarebbe stato materialmente commesso il doppio omicidio? «Abbiamo quasi raso al suolo Gravina di Puglia con centinaia di uomini impegnati nelle ricerche, dalla Forestale agli speleologi» racconta Marzano, evocando la particolare conformazione geografica di quella zona, la collina della Murgia tra Puglia e Lucania, piena di grotte e cavità carsiche. «Abbiamo cercato anche all'estero, per scrupolo investigativo, ma i tempi in cui si è mosso il Pappalardi gli non avrebbero consentito anche di allontanarsi dal paese. Ma ragazzini di una certa età, oggi Salvatore avrebbe 14 anni, è difficile che spariscano così. Questo è un elemento indiretto che rafforza l'ipotesi omicidaria. Per noi adesso è omicidio volontario nel senso giuridico del termine: quando parliamo di dolo d'impeto serve solo a dimostrare che non c'è premeditazione».
Quanto alle modalità possibili delle uccisioni Marzano dice: «L'idea è che in qualche modo c'è una premessa nella quale i rapporti del padre con i figli non erano affatto buoni. Pappalardi era un personaggio iracondo, che sapeva anche essere violento, era un padre padrone. A dispetto delle apparenze formali e di tutti i finti contenziosi civilistici con la madre (separata e per l'affidamento dei due minori, ndr) davanti al Tribunale dei Minorenni, la famiglia di Pappalardi, già gravata da tre figli, voleva liberarsi degli altri due».
Inoltre, ricostruisce il Procuratore di Bari, «aveva proibito ai figli, alla vigilia del 5 giugno, di non tardare a rientrare oltre una certa ora. Quando torna casa non li trova (alle 18.30 ndr), è un tipo violento. Successivamente li trova (forse alle 21.30 in una piazzetta del paese, ndr) e noi attribuiamo significato importante che a questo punto qualcuno abbia visto i bambini nell'auto dei Pappalardi (un piccolo amico dei due, da molti definito testimone chiave,ndr). Dunque Pappalardi, dopo tutte le ricerche fatte, tra parenti, amici colleghi di lavoro, camion, prelievi, analisi ricerche varie, è l'ultimo ad aver visto i bambini. Se così è ed egli non ci dice dove sono i bambini noi dobbiamo ragionevolmente credere, attraverso intercettazioni svolte in un ambiente peraltro omertoso, che Pappalardi nel momento che trova i figli, bagnati d'acqua per i giochi gli abbia voluto dare una lezione».
La procura ha quindi ricostruito «in termini di verosimiglianza che abbia colpito i due ragazzi o che ne abbia colpito solo uno che abbia fatto brutta fine e poi soppresso l'altro. D'altra parte lo sappiamo, vorrei dire quasi fisicamente, basta dare un pugno, uno schiaffo violento che un bambino batta la testa, da un momento all'altro. Questa è la struttura della vicenda alla quale noi siamo pervenuti. E' difficile credere che ci sia un'alternativa alla nostra ipotesi accusatoria».
«L'idea di un padre che arriva ad uccidere i propri figli è quella che ci ha indotto a macerarci sul materiale indiziario. Aggiungo, per la verità, che negli ultimi contesti storici diventa sempre meno anomalo che un genitore uccida i figli nelle maniere più strane. Noi ci siamo afflitti e molto ragionato per dare una risposta seria ad un evento così tragico». «Le intercettazioni - aggiunge Marzano - sono state il canale preferenziale» per accumulare indizi, l'ultimo mese, dalla consegna della relazione investigativa della mobile della Questura di Bari «lo abbiamo trascorso riflettendo su tutto quanto avevamo raccolto: una quantità di dati, dichiarazioni di un teste con un altro, risultanze di una intercettazione incrociate con dati oggettivi. Il Padre Eterno sa come è andata, un giudice alla fine dirà qual è la verità processuale»
Dopo 17 mesi di indagini, piste diverse, ipotesi che hanno portato gli investigatori persino in Romania, con l'accusa di duplice omicidio ed occultamento di cadaveri, è stato arrestato Filippo Pappalardi, 43 anni, il padre di Ciccio e Tore, i fratellini scomparsi da Gravina di Puglia, il 5 giugno 2006. L'uomo si è dichiarato innocente e si è detto sicuro che entro un paio di giorni ci sarà la sua scarcerazione.
Martedì 27 Novembre 2007, 00:00
18 Marzo 2025, 19:01