«La mia esperienza in politica nasce tra le persone e si fonda sulla loro fiducia. Non ho mai accettato ruoli calati dall’alto, sarà difficile che proprio adesso qualcuno possa chiedermi di fare un passo di lato, senza alcun argomento sensato e probabilmente solo per marketing politico. Avremo modo comunque di ragionare, per prima cosa all’interno del Partito Democratico, su ciò che è più giusto fare».
Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, risponde alle domande sulle presunte pressioni affinché non si ricandidi come consigliere regionale nel suo ultimo mandato.
A chi gli chiede cosa accadrebbe se Antonio Decaro facesse un passo indietro, Emiliano replica: «Sarebbe un errore. Antonio è una risorsa per la Puglia. Sono certo che prenderà le sue decisioni con senso di responsabilità. In ogni caso, quello che conta è che il campo progressista si presenti unito e forte».
Sull’eredità del suo governo dopo dieci anni, Emiliano sottolinea: «Non lascio la Puglia. Continuerò a lavorare intensamente per questa terra meravigliosa che abbiamo rivoluzionato in positivo, rendendola nota e apprezzata in tutto il mondo». Tra i suoi successi cita anche l’accordo per la decarbonizzazione dell’ex Ilva: «Non la definirei una vittoria personale, ma certamente un riconoscimento alla coerenza e alla determinazione con cui, anche quando sembrava impopolare, ho difeso l’obiettivo della decarbonizzazione».
Sul rapporto con il M5S e sul futuro del siderurgico tarantino, Emiliano precisa: «Sono sempre stato coerente. Quando il M5S chiedeva la chiusura della fabbrica, sapevo che nessuno avrebbe davvero voluto chiuderla, quindi ho puntato sulla riconversione tramite la tecnologia a riduzione diretta (Dri). Quando i 5 Stelle sono andati al governo con la Lega, la fabbrica è rimasta aperta con i forni a carbone, che oggi verrebbero chiusi in un istante. Restano divergenze sui tempi e i modi, ma con spirito di collaborazione e lealtà arriveremo a un’intesa anche con chi oggi vorrebbe la chiusura immediata. Credo che anche il Movimento debba riflettere sull’importanza di costruire accordi istituzionali che diano una prospettiva concreta a Taranto».