BARI - Non c’è una data per le elezioni regionali ma il dibattito nella libreria Laterza tra due eurodeputati, Antonio Decaro del Pd e Francesco Ventola di Fdi, può essere considerato un anticipo - all’insegna del più elegante fair play - della competizione, perché i protagonisti sono a vario titolo coinvolti nella prossima sfida per la successione di Michele Emiliano. La ragione dell’incontro è la presentazione del libro Un mare di opportunità (edizioni della libreria Laterza) di Enrico Ciccarelli e Michele Scoppio, un documentato saggio sulle rinnovabili.
I due leader, a margine dell’incontro, hanno confermato che le rispettive coalizioni sono al lavoro per completare la fase pre-elettorale tra programmi e alleanze. Martedì il Consiglio regionale ha messo un punto sulla questione delle regole, ovvero ha approvato la doppia preferenza di genere nelle liste e nelle preferenze, senza però prevedere sanzioni (se non una piccola multa) per i partiti o movimenti che presentano elenchi di candidati difformi dalle disposizioni di legge. Su questo tema Decaro ha commentato con meno entusiasmo dei suoi colleghi dem Francesco Boccia e Domenico De Santis: «Il via libera alla legge non è stata una buona pagina. Siamo stati commissariati cinque anni fa e ora ci arriviamo tardi…». A sinistra c’è anche il malumore espresso da Tea Dubois, delle Rete delle donne costituenti, che ha parlato di «testo approvato mutilato», evidenziando che «il diavolo si nasconde nei dettagli».
Tornando alla candidatura a governatore, Decaro non ha rivelato nessun dettaglio dell’iter che porterà alla sua nomination (anche se è già al lavoro per la formazione di liste rinnovate): «Non sappiamo quando si vota. Sono impegnato a Bruxelles, sono presidente della Commissione Envi e svolgo con il massimo impegno l’incarico per il quale sono stato votato in Europa». La formula non è nuova, ma il dossier Puglia, nei fatti, è già considerato «chiuso» nel campo largo con la sua candidatura, mentre il dibattito tra alleati (Pd, Avs e 5S, oltre alle forze dell’ex Terzo polo), è tutto focalizzato su Toscana e Campania, due regioni nelle quali i progressisti (a differenza del Veneto considerato feudo dei conservatori) hanno concrete possibilità di rivincere le elezioni.
Che succede a destra? Francesco Ventola, europarlamentare, già capogruppo in Via Gentile per Fratelli d’Italia, è stato a lungo nell’elenco dei papabili come sfidante di Decaro per il centrodestra. Attivo in Ue con il gruppo dei Conservatori sui temi delle Regioni, ha mantenuto un profondo legame con il territorio: «Io candidato governatore? Quando si è nei partiti, si è a disposizione della propria comunità», taglia corto. Con le inchieste giornalistiche e non solo che toccano esponenti del centrosinistra (e famigliari) come nel caso dell’ex capogruppo Pd Filippo Caracciolo, Ventola ha rilevato come crescente il dissenso rispetto agli attuali governanti: «Basta fare due passi per strada per raccogliere lamentele e denunce. Le cose non vanno bene: le liste d’attesa nella sanità si allungano, restano i problemi irrisolti nell’agricoltura, pur con risorse stanziate dal ministro Francesco Lollobrigida per la lotta alla Xylella». Il fronte conservatore, però, dopo la dialogo intrapreso con il direttore del TgNorba Vincenzo Magistà (percorso allo stato interrotto), non sta palesando le strategie da adottare per attrezzarsi alla competizione elettorale: «Dobbiamo usare bene questi mesi che mancano per costruire una chiara alternativa al malgoverno della sinistra, raccogliendo le istanze dei territori, ma anche con una approccio programmatico, oltre il populismo del dissenso. Ci presenteremo con programmi seri e soluzioni per i più annosi problemi dei pugliesi».
Il dibattito sull’eolico di nuova generazione appassiona Decaro e Ventola. Per l’esponente dem le rinnovabili sono una occasione per «affrancarsi da chi ci vende petrolio e dal vassallaggio», con riferimento a Usa e Russia, del resto «proprio a Bari è stato firmato dal governo Prodi l’accordo con Putin per il gas». L’ex sindaco attacca anche la stagione trumpiana, che riabilita il carbone e le cannucce di plastica, dimenticando che «i cambiamenti climatici sono realtà» e che presto l’Europa dovrà confrontarsi con l’immigrazione dei popoli che fuggono «anche dalla siccità». Ventola, infine, ha invitato a non farsi manipolare dalla retorica, ricordando - anche alla luce degli scandali in Europa, con parlamentari trasformati in burattini delle lobbies orientali - spesso «dietro gli slogan ci sono altri interessi». E ha ribadito il profilo sviluppista della destra meloniana: «C’era chi non voleva il Tap, ma il gasdotto ci ha salvato in una stagione energetica complicata, e il Salento è stato riqualificato con le compensazioni erogate dalla multinazionale».