TARANTO - Cosimo Borraccino, consigliere del presidente Michele Emiliano, ha confermato le accuse nei confronti del cugino, il 45enne Guerino Borraccino, finito a processo a Taranto con l’accusa di traffico di influenze. Nel corso dell’udienza di ieri mattina, dinanzi al collegio di magistrati presieduto dal giudice Loredana Galasso, l’ex consigliere regionale ha spiegato come sia venuto a conoscenza del presunto raggiro messo in piedi dal parente: utilizzando il suo cognome, l’altro Borraccino avrebbe chiesto e ottenuto denaro da un uomo di 44 anni e da sua sorella 50enne promettendo in cambio un posto di lavoro. Fatti per i quali è stato proprio lo stesso ex assessore regionale a sporgere querela attraverso il suo legale, l’avvocato Ivan Zaccaria.
Nell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Maria Grazia Anastasia erano finite anche le vittime del raggiro: un brindisino di 44 anni, rappresentato dall’avvocato Diego Maggi, è a processo insieme a Borraccino, mentre la sorella del primo ha optato per il rito abbreviato rimediando una condanna a 5 anni e 10 mesi.
Per il 45enne Guerino Borraccino, assistito dall’avvocato Carlo Sampietro, l’accusa è di aver percepito in diverse occasioni denaro dalla vittima con la garanzia di un posto in un istituto di vigilanza privata operante nel settore sanitario. Dopo il primo incontro con Borraccino, il 44enne e sua sorella avrebbero cominciato a ricevere richieste di denaro che complessivamente si aggirerebbero sui 3mila euro.
A distanza di qualche tempo, in effetti, una proposta di lavoro era arrivata, ma in una piccola azienda di Pulsano: Guerino Borraccino aveva spiegato che era stata fondamentale proprio l’intercessione del parente politico, che in realtà era all’oscuro di tutto. Anche se l’esperienza lavorativa si era chiusa in pochi giorni, le richieste di denaro erano continuate. Il 45enne aveva annunciato un nuovo intervento «politico» per far ottenere al brindisino il porto d’armi così da consentire poi l’assunzione nell’istituto di vigilanza. Pochi giorni dopo Borraccino aveva consegnato all’uomo il certificato medico che attestava la sua idoneità: un documento ricevuto senza alcuna visita medica e quindi verosimilmente falsificato. Ma non solo. Borraccino aveva anche indicato il poligono di tiro cui rivolgersi: nel giorno fissato, tuttavia, non solo Guerino Borraccino non avrebbe risposto alle chiamate, ma quando il malcapitato si è presentato al poligono e ha chiesto informazioni a un istruttore ha scoperto che non c’era mai stato alcun contatto né alcun appuntamento.
A quel punto l’uomo ha compreso che era tutta una presa in giro e ha preteso la restituzione del denaro che però è tornato solo in parte. La vittima è allora riuscita a contattare Cosimo Borraccino che, esterrefatto, ha ricostruito tutta la storia, ascoltando i messaggi audio che il cugino aveva inviato a sua insaputa e letto le conversazioni sul cellulare della vittima che ha pienamente compreso la totale estraneità del consigliere di Emiliano alla vicenda.