Modernizzazione degli impianti di pale eoliche e fotovoltaici esistenti per ridurre il consumo di suolo e ottimizzare le potenze, riduzione dei consumi energetici con il contributo della produzione di idrogeno verde, decarbonizzazione del sistema industriale e coinvolgimento dei cittadini come attori e protagonisti attivi della transizione energetica. Sono i macro obiettivi che la Regione Puglia si è prefissata di raggiungere di qui ai prossimi sei anni con l’aggiornamento del Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), presentato questa mattina alla stampa dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessora regionale all’Ambiente, Serena Triggiani, e l’assessore allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci, firmatari, insieme all’assessore all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, dell’aggiornamento del PEAR, approvato ieri, 4 novembre, nella seduta di Giunta. Si tratta dello strumento di pianificazione in ambito energetico e ambientale contenente gli obiettivi in un'ottica di sostenibilità ambientale, competitività e sviluppo che sono in linea con le politiche europee e nazionali sul clima e sull'energia e che sono finalizzate a ridurre le emissioni dannose attraverso una massiccia e definitiva decarbonizzazione.
“Un documento di visione – ha esordito l’assessora Triggiani – e di programmazione che vuole contemperare interessi pubblici fondamentali, puntando sulla decarbonizzazione del nostro territorio, così come ci chiede a buon diritto l’Unione europea, e sullo sviluppo delle energie rinnovabili, ma nel pieno rispetto del paesaggio e dell’ambiente. Abbiamo, inoltre, voluto inserire per la prima volta – e di questo il primo promotore è stato il presidente Emiliano - lo sviluppo di processi di desalinizzazione con impianti ad hoc per fronteggiare l’emergenza idrica e creare sinergia con le altre fonti di energie rinnovabili. L’aggiornamento, inoltre, ribadisce, a dispetto del percorso intrapreso dal nostro Governo nazionale, un ‘no’ al secco al nucleare: la Puglia – ha ricordato l’assessora - era stata individuata come area idonea per il deposito di scorie nucleari, proprio in un territorio, la Murgia, oggi riconosciuto persino Geoparco dall’Unesco.
Il Piano, che non veniva aggiornato dal 2017, è stato elaborato tenendo conto dei punti di forza e debolezza di una Regione che trasforma ed esporta energia elettrica, con l’industria siderurgica e di raffinazione, e la produce nelle centrali a gas e carbone. Una Regione che si posiziona al contempo tra i leader nazionali nella produzione elettrica da rinnovabili (FER elettriche). Di qui la scelta di agire su quattro principali driver di sviluppo, coerenti col Green Deal europeo e con le politiche regionali contrarie alla produzione di energia da fonte nucleare, ovvero riduzione dei consumi energetici, minimizzazione del consumo di suolo e degli impatti paesaggistici dei nuovi impianti, decarbonizzazione del sistema di produzione di energia elettrica, coinvolgimento dei cittadini e delle comunità pugliesi al centro della transizione energetica. Siamo molto orgogliosi di questo risultato e lo saremo ancora di più nei prossimi anni. Ringrazio tutto il gruppo di lavoro – ha concluso Triggiani - , ARTI e ASSET, sotto il coordinamento del Dipartimento Ambiente, con il supporto del Servizio Progettazione, innovazione e decarbonizzazione, insieme al supporto indispensabile di tutto il partenariato socio economico e degli stakeholders”.