Sabato 06 Settembre 2025 | 17:40

«Pronti ad un’alleanza con i Dem, mai in coalizione con Emiliano»: l'intervista alla leader di Italia Viva

 
michele de feudis

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michele de feudis

«Pronti ad un’alleanza con i Dem, mai in coalizione con Emiliano»: l'intervista alla leader di Italia Viva

Boschi: «Accordo sulle regionali solo se c’è un altro nome come Decaro. Alleanze in Liguria? Noi ci siamo, ma Orlando si liberi dei diktat grillini»

Sabato 07 Settembre 2024, 09:37

17:00

Maria Elena Boschi, leader di Italia Viva, oggi alla festa dell’Unità di Manfredonia dialogherà con il viceministro azzurro Francesco Paolo Sisto. Come giudica il profilo riformista del Guardasigilli Carlo Nordio?

«Perché ha ancora un profilo riformista? Lo aveva da pm e con orgoglio presentavo i suoi libri. Il ministro ha idee che molto spesso condivido, ma poi si fermano a Chigi. Basta vedere la pantomima di agosto sulle carceri. E ancora ieri un ragazzo di 18 anni e’ morto a San Vittore. Serve una rivoluzione culturale dalle carceri, ai tempi dei processi ma al governo manca coraggio e si accontentano di gridare al finto complotto contro Arianna Meloni per distrarre dai loro disastri».

Le innovazioni sul rapporto tra giustizia e informazione hanno fatto gridare al “bavaglio” da parte dell’opposizione di sinistra. Come stanno le cose?

«Voglio essere chiara: il diritto di informazione è sacrosanto e sono contro il carcere per i giornalisti. Ma non ci può essere nei fatti un diritto alla diffamazione. Occorre rompere il legame malato tra alcune redazioni e alcune procure se vogliamo tornare ad essere un paese civile in cui un avviso di garanzia non è una sentenza di condanna. E quindi ben vengano norme che aiutino davvero ad attuare la nostra Costituzione. Le vicende dei mesi scorsi da Bari alla Liguria devono farci riflettere. Soprattutto il garantismo di convenienza di molti partiti».

Su molti temi del ministero di Via Arenula Italia Viva ha dialogato finora con la maggioranza di centrodestra. Con che risultati?
«Abbiamo votato quelle iniziative del Governo che riproponevano nostre proposte storiche. Così come siamo pronti a sostenere in futuro provvedimenti che condividiamo come la separazione delle carriere se fatta in modo serio e non finisce come con il premierato. Ma allo stesso modo ci siamo opposti a tutte le norme bandiera dal governo Meloni dal rave party, alle sbarre per i figli delle detenute, al vergognoso teatrino del dl carceri. Il Governo non ha una coerenza: l’humus giustizialista populista di Salvini e Meloni ha sempre la meglio sui timidi tentativi del ministro».

Caso Sangiuliano ci sono le dimissioni. Questione chiusa?
«Stupisce che Meloni le avesse respinte prima perché le dimissioni erano l’unica conclusione possibile. Non so se la vicenda sia chiusa dal punto di vista giudiziario o personale e non mi interessa. Sangiuliano era inadeguato come ministro e non si meritava di stare li’. Non ha messo in imbarazzo Giorgia Meloni, ha fatto vergognare il nostro Paese agli occhi del mondo facendoci diventare una barzelletta internazionale. Come avrebbe potuto presiedere il G7 della cultura tra pochi giorni? Ma ve lo immaginate?».

L’ex ministro Andrea Orlando sul palco di Manfredonia ha fatto il punto sul campo largo in Liguria, parlando di un perimetro “coerente” e dell’ostacolo dell’appoggio di IV al centrodestra del sindaco Bucci. A che punto e’ l’interlocuzione?
«Abbiamo tolto ogni alibi a Orlando e agli altri dando la disponibilità a uscire dalla maggioranza di Bucci nonostante lo apprezziamo come sindaco. E senza nemmeno pretendere che il Pd faccia altrettanto a Sanremo o altrove. Ma Orlando e’ pronto a fare finalmente la Gronda dopo averla autorizzata da ministro o prevarranno i veti dei grillini? Con quale programma ci presentiamo agli elettori?».

Renzi ha ribadito la difesa del profilo moderno del Jobs act. «Nessuna abiura» in vista. Il centrosinistra e’ pronto ad accogliere una forza modernizzatrice sui temi di lavoro e industria come IV?
«Schlein ha detto apertamente che per vincere contro la Meloni servono voti e non veti. Se quella e’ la linea, ci siamo. Se la linea la danno Travaglio o Conte che parla di coerenza dopo aver fatto il premier della Lega e firmato i decreti Salvini, no. Continuare a fare le analisi del sangue al centro, significa rassegnarsi a perdere all’infinito contro Meloni. Prendiamo esempio da Harris e Starmer».

In Puglia il leader regionale renziano Massimiliano Stellato apre ad intese con Emiliano.
«La posizione di IV non cambia: non stiamo e non staremo con Emiliano. Siamo pronti a fare l’accordo col Pd per le regionali se il nome è Decaro o altri».

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