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Trattamento di fine mandato, dopo la bufera il Consiglio Puglia cancella la proposta di legge

Avrebbe portato 35mila euro a ciascun consigliere

Martedì 23 Luglio 2024, 17:54

20:02

BARI - Dopo una lunga pausa e una riunione dell’Ufficio di presidenza, la situazione in Consiglio regionale pugliese sul Trattamento di fine mandato si è sbloccata: con il voto segreto è stato approvato, con 21 voti a favore e 5 contrari, tra le proteste del centrodestra, un emendamento soppressivo che cancella l’articolo 1 della proposta di legge per reintrodurre il Tfm.

In questo modo è decaduta l’intera proposta di legge che mirava alla reintroduzione del Trattamento di fine mandato (Tfm), un assegno di circa 35mila euro per ogni consigliere, abolito nel 2013. 

«La proposta di legge sul trattamento di fine mandato per i consiglieri regionali è stata respinta definitivamente. Sono molto soddisfatto di questo esito, perché la Regione Puglia ancora una volta dimostra di essere rispettosa del mandato ricevuto dai cittadini e di lavorare nel loro esclusivo interesse». Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
«La proposta di ripristinare il Tfm - dice - non è mai stata nel nostro programma di governo, non arrivava dalla Giunta, ma da alcuni consiglieri. Oggi in Aula ho chiesto al Consiglio di revocare la richiesta di voto segreto sul Tfm e di evitare che la seduta andasse a vuoto. Anche perché adesso dobbiamo discutere del referendum contro il Dl Calderoli sull'autonomia differenziata. Io ho lavorato tutta la vita per la dignità della Puglia e la dignità del Mezzogiorno ed è stato importantissimo oggi difendere la regione da scelte come il Tfm che non sarebbero state condivise né comprese dai cittadini»

LE PAROLE DI EMILIANO PRIMA DEL VOTO

«I pugliesi devono sapere chi è a favore e chi è contro»: cosi in Consiglio regionale pugliese, il governatore Michele Emiliano ha chiesto di non votare la reintroduzione del trattamento di fine mandato con voto segreto ma di «metterci la faccia». «Il Partito Democratico - ha aggiunto - non vuole il ripristino del trattamento di fine mandato, non lo vuole a Roma, non lo vuole a Bari, non lo vuole da nessuna parte. Le liste civiche non vogliono il ripristino del trattamento di fine mandato, da quello che ho capito anche Azione non ha questa intenzione, non l’ha mai avuta, la minoranza meglio ancora, perché la minoranza è contraria unanimemente».

«Nel congratularmi con la minoranza per come ci ha messo spalle al muro, adesso io chiedo alla maggioranza di comprendere cos'è la politica, che cos'è la gestione dell’Aula, qual è l’ordine delle priorità e qual è la nostra responsabilità di fronte alla gente, che è quella di far passare la norma che consenta agli italiani di pronunciarsi sul Dl Calderoli, non quella di pensare alle lesioni legittime del patrimonio dei singoli consiglieri, che per gli italiani è l'ultimo dei pensieri. E siccome noi qua stiamo lavorando per gli italiani e per i pugliesi, se una cosa a loro non interessa e non l’abbiamo spiegata, questa decisione non può essere ripristinata da noi stessi solo perché è un’ingiustizia». Lo ha detto il governatore pugliese Michele Emiliano, rivolgendosi alla sua maggioranza di centrosinistra, durante la discussione sul voto segreto sul Trattamento di fine mandato (Tfm).

Il centrosinistra è caduto nella «trappola politica» del centrodestra: oggi al primo punto c'era la richiesta di referendum abrogativo dell’autonomia differenziata, ma il centrodestra, chiedendo il voto segreto, è riuscito ad anticipare al primo punto il Tfm. Adesso, il voto sulla reintroduzione del trattamento di fine mandato dovrà avvenire con voto segreto, come chiesto dal centrodestra che ha annunciato che però uscirà dall’Aula, lasciando la patata bollente alla maggioranza. Il rischio, però, è che con il voto segreto il Tfm possa essere approvato. Per questo motivo Emiliano chiede al centrodestra di rinunciare al voto segreto, diversamente anche il centrosinistra sarà costretto a uscire dall’Aula per evitare i franchi tiratori. A quel punto, però, la sessione di lavoro verrebbe rinviata e non si potrebbe procedere con il voto sul referendum abrogativo dell’autonomia. «C'è un conflitto di interessi, su questo punto, parlo dal punto di vista politico, non dal punto di vista giuridico, che ci impedisce di votare il ripristino del Tfm. Questa cosa adesso è chiara a tutti, e io ovviamente non posso che dire che se non viene revocata la richiesta di voto segreto che consentirà ai pugliesi di stabilire con chiarezza chi è a favore e chi è contro, è chiaro che si esce dall’Aula, per forza, perché non possiamo correre il rischio di votare una norma che nessuno, che la maggioranza del Consiglio sicuramente non vuole».

«E' mio compito - ha aggiunto - chiedendovi di revocare la richiesta di voto segreto, di evitare che la seduta vada a vuoto. Altrimenti noi usciamo dall’Aula. Io convocherò la maggioranza, ci guarderemo negli occhi e cercheremo di capire in che maniera uscire da questa trappola che la minoranza, legittimamente, ha costruito».

L'ANTEFATTO

Il consigliere regionale pugliese di Forza Italia, Napoleone Cera, ha chiesto a inizio dei lavori in Aula l’anticipazione della discussione della reintroduzione del Trattamento di fine mandato (Tfm), un assegno di circa 35mila euro per ogni consigliere, abolito nel 2013, e con voto segreto il Consiglio ha approvato l’anticipazione. Quindi il Tfm, accompagnato da accese polemiche e che era il 13esimo punto all’ordine del giorno e non sarebbe stato discusso oggi, verrà votato subito. In Aula si è aperto un dibattito, con il consigliere Tutolo che ha etichettato come una «vergogna» il voto segreto sull'anticipazione.

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