BARI - Il Pd fa approvare in commissione Salute la norma per cancellare la legge 7/2022, quella che dispone la decadenza dei direttori generali delle Asl in caso di sforamento dei tetti della spesa farmaceutica. L’eventualità verrà meno dal prossimo anno (l’abrogazione deve però passare in Consiglio), ma intanto per il 2023 il commissariamento delle aziende sanitarie è solo questione di tempo.
Dopo il voto in commissione della mattinata (astenuto Di Cuia di Fi, contrario Clemente di Azione), nel pomeriggio Michele Emiliano ha incontrato i sei consiglieri dell’«intergruppo» capitanati da Fabiano Amati (Azione) e dall’assessore Sebastiano Leo per una riunione già precedentemente fissata. La legge 7 è stata voluta da Amati, che ha posto il tema dei direttori delle Asl tra quelli al centro del dibattito sulla fiducia a Emiliano insieme alla richiesta di rotazione dei capi dipartimento. Il governatore ha spiegato che sui direttori generali andrà avanti applicando la legge, e che le delibere per disporre i commissariamenti delle Asl sono già pronte: prima di procedere sta aspettando una ulteriore verifica sull’iter procedimentale da parte dell’Avvocatura.
Nessuna azienda sanitaria ha rispettato i tetti della farmaceutica ospedaliera. A decadere saranno dunque tutti i direttori, con l’esclusione di Antonio Sanguedolce (Policlinico di Bari) e Maurizio De Nuccio (Asl Brindisi), che nel 2023 non ricoprivano il ruolo attuale. Nessuna decadenza nemmeno per la Asl di Bari, retta a interim dal direttore amministrativo. A quel punto la Regione dovrebbe procedere con un commissariamento, quasi certamente con una logica di rotazione dei direttori attualmente in carica, per poi far partire i procedimenti di nomina dei nuovi direttori.
La proposta di abrogazione della legge 7 (primo firmatario Filippo Caracciolo) è stata sottoscritta da buona parte dei consiglieri Pd e da diversi esponenti della maggioranza. «La legge così come formulata non risolve il problema - secondo l’ex assessore alla Salute, Pierluigi Lopalco -, ma semplicemente trasforma i direttori generali in un capro espiatorio vista la complessità dell’argomento. Non è fissando un tetto di spesa che si risolve il problema». Lopalco ha invece proposto di introdurre criteri di «qualificazione della spesa» che preservino «il preminente diritto alla salute del cittadino». Contrario all’abrogazione Amati, che ha parlato di «condono per i direttori generali inadempienti», in contrasto «con la lotta agli sprechi portata avanti dalla giunta regionale». È possibile che nelle prossime settimane ci sia un tentativo di mediazione per evitare l’abrogazione secca e introdurre invece dei correttivi nella legge 7.