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«Frecce, due mesi interi di abbonamento in fumo»: la rabbia dei viaggiatori in Puglia

 
Redazione primo piano

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«Frecce, due mesi interi di abbonamento in fumo»: la rabbia dei viaggiatori in Puglia

Lavori in corso sulle infrastrutture: niente treni tra San Vito Lanciano e San Severo fino al 12e poi da lunedì 15 a venerdì 19 aprile. Prima il cantiere sulla Foggia-Caserta, ora l’Adriatica: i pendolari pugliesi alle prese non solo con i disservizi ma anche con i costi

Mercoledì 10 Aprile 2024, 15:29

BARI - Tutto di corsa. Studenti o lavoratori sull’asse Lecce-Bari: «Tra le 14 e 18 e le 19 e 09 non c’è una Freccia a pagarla. Cinque ore di vuoto, quindi chi ha già un abbonamento o deve acquistare un biglietto ex novo, per un regionale o un intercity, o deve chiedere al controllore di turno la cortesia di chiudere un occhio». Vita dura da pendolare. Nonostante la riapertura della Foggia-Caserta, molti viaggiatori pugliesi continuano a lamentare disagi quotidiani. E ad aprile la situazione si è particolarmente ingarbugliata per i lavori sulla direttrice adriatica.

Caos adriatica Fino a venerdì 12 e poi da lunedì 15 a venerdì 19 aprile, a causa dei lavori di manutenzione e potenziamento infrastrutturale e tecnologico tra San Vito Lanciano e San Severo, la circolazione ferroviaria sarà un terno a lotto. «Il tema - spiega Laura Schirosi, che viaggia per lavoro ogni giorno tra Bari e Lecce - è che nessuno ci ha detto che ad aprile l’abbonamento all’alta velocità (170 euro mensili, ndr) sarebbe stato di fatto inutile. Ed è solo l’ennesimo problema in cui ci imbattiamo noi pendolari». Schirosi è la presidente di un comitato spontaneo che si chiama «Pendolari Pugliesi» particolarmente attivo sull’omonima pagina facebook. Una bacheca virtuale dove i passeggeri si scambiano informazioni in tempo reale, commenti e notizie.

La questione dei rimborsi Una delle informazioni che in questi giorni si stanno scambiando gli utenti dei treni pugliesi è quella relativa ai rimborsi. «Gli abbonamenti mensili alle Frecce non possono essere rimborsati nell'immediato». Qualcuno ha infatti protestato perché a marzo, per effetto dei lavori sulla Foggia Caserta, e oltre tutto in concomitanza con il periodo di Pasqua, gli abbonamenti sono stati praticamente inservibili. Gli stessi pendolari hanno prospettato due soluzioni: un rimborso parziale a fine mese per le corse non effettuate oppure lo storno dall’abbonamento del mese successivo. Sulla pagina fb gli utenti sollecitano Trenitalia «a concedere almeno una di queste due cose: il rimborso immediato dei giorni residui di abbonamento AV, in modo da consentire di spostarsi sulle altre tipologie di abbonamento; la riprotezione senza se e senza ma degli abbonati AV su regionali». In attesa di risposte da Trenitalia, qualcuno già ventila la possibilità di un’azione giudiziaria individuale.

Voli carissimi «Rimane comunque il problema dei collegamenti tra Lecce e il Nord Italia - prosegue invece Laura Schirosi - la strozzatura sulla direttrice adriatica rende ancora più lontane città come Milano. Se si prova ad acquistare un viaggio in questi giorni di aprile, il simulatore sul sito di Trenitalia elenca soluzioni che prevedono almeno due o tre cambi e dunque attese e ovviamente costi».

Se invece proviamo a calcolare quanto ci costerebbe un volo diretto tra Milano e la Puglia, in questi giorni di aprile con la strada ferrata interrotta, i biglietti oscillano tra i 280 euro e i 370.

Gli altri disagi Ieri mattina infine, il treno 4319 POP è rimasto fermo a lungo nella stazione di Giovinazzo per problemi di capienza. «Purtroppo non è la prima volta che succede - segnalano gli utenti - Questo problema esiste da quando hanno sostituito il vecchio treno basso con il POP e già nella stazione di Trani il treno raggiunge la capienza massima dei posti a sedere. Poiché questi nuovi treni hanno corridoi molto stretti, lo spazio riservato alle bici è proprio al centro del treno rendendo il passaggio degli utenti difficoltoso e pericoloso, e visto che interessa stazioni con molta affluenza, si sollecita la programmazione del POP doppio».

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