BARI - La «rivoluzione della sicurezza» non può più attendere. E per le strade italiane sembra arrivato il momento della svolta grazie a un programma straordinario di interventi che assicurerà la corretta manutenzione puntando sui nuovi strumenti tecnologici. L’ingegnere Roberto Lorusso, presidente della Cassa edile di Bari e vicepresidente dell’Ance Bari e Bat, è anche presidente della Scuola Ingegneria & Architettura, che proprio per discutere di sicurezza stradale ha organizzato il convegno nazionale in programma martedì a Bari.
Presidente Lorusso, la tragedia del bus sul cavalcavia di Mestre ha evidenziato ancor più l’esigenza di manutenere e mettere in sicurezza le infrastrutture stradali e autostradali italiane. Punta proprio a questo il piano straordinario del ministero dei Trasporti. Che cosa prevede e su quali risorse può contare?
«Il Piano Strade Sicure del Ministero delle infrastrutture può contare su 450 milioni del Fondo nazionale complementare al PNRR, che sono destinati alla messa in sicurezza e alla riqualificazione dei ponti, delle gallerie della rete stradale e autostradale del nostro Paese. Questo Piano prevede un sistema integrato di censimento, classificazione e gestione dei rischi per 12.000 opere della rete nazionale, di cui 6.500 saranno sottoposte a un monitoraggio dinamico a distanza. Il Piano è, però, anche un programma di censimento e classificazione importantissimo, perché fino ad oggi non erano disponibili informazioni complete sul numero di ponti, viadotti, cavalcavia e gallerie della rete stradale e sul loro stato di manutenzione. È una novità fondamentale e certamente sarà un argomento centrale del confronto di idee che intavoleremo con i gestori stradali e autostradali e con i rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture nel convegno annuale organizzato della Scuola Ingegneria & Architettura per martedì 17 ottobre a Bari. Parleremo naturalmente anche del PNRR, che destina la metà di tutte le sue risorse proprio alle opere infrastrutturali: si va dai grandi interventi infrastrutturali per una mobilità sostenibile, soprattutto opere ferroviarie, fino agli interventi diffusi sui territori per scuole, ospedali, città. Per questo tipo particolare di interventi la Puglia ha a disposizione oltre 7 miliardi di euro di risorse PNRR, mentre la Basilicata oltre 1 miliardo e mezzo di euro. Gli interventi sul sistema viario nazionale, invece, nonostante abbia urgente bisogno di manutenzione e di adeguamento, hanno trovato uno spazio molto limitato nel Piano di Ripresa e Resilienza, perché ritenuti dalla UE non interventi sostenibili dal punto di vista ambientale. Per questa ragione gli investimenti in questo ambito, che sono pari a 1,5 miliardi di euro, sono a carico delle risorse nazionali del Fondo Complementare al PNRR, che ha meno vincoli temporali rispetto al PNRR. Queste risorse nazionali per 1 miliardo sono destinate alle autostrade A24 e A25 , mentre, come già detto, per 450 milioni di euro sono destinate al già citato Piano Strade Sicure del Ministero delle infrastrutture».
Con quali strumenti tecnologici sarà effettuato il «monitoraggio dinamico» delle opere?
«Si tratta di un monitoraggio che si compie tramite l’uso di droni e l’applicazione di sensori sulle infrastrutture. E’ una soluzione 4.0, grazie alla quale la struttura di un ponte, di un cavalcavia o di una galleria ci comunica il suo stato di salute in tempo reale e consente di calcolare anche l'eventuale influenza, su essa, da parte di fattori esterni. Questo consente sia un controllo costante, sia un intervento di manutenzione mirato e tempestivo. Come si vede, le nuove tecnologie digitali che ci consentono di compiere operazioni prima impossibili. È un cambio di paradigma nella valutazione della salute strutturale delle infrastrutture, che combina tecnologie all'avanguardia come l'intelligenza artificiale, la nuova sensoristica elettronica diffusa, i sistemi di comunicazione basati sulle fibre ottiche, e altre ancora.
L'Ansfisa, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, ha da tempo comunicato ai gestori stradali e autostradali le linee guida per la classificazione e gestione del rischio e i criteri per la valutazione dei piani di monitoraggio dinamico di ponti e gallerie previsti dal piano nazionale complementare al Pnrr. Quali sono le considerazioni e il ruolo delle imprese?
«In Italia c’è un lavoro enorme da fare: ci sono oltre 60 mila ponti, costruiti prevalentemente negli anni ’60 e ’70, che oggi sono da monitorare e in parte da riqualificare. È un’operazione di portata eccezionale, ma le nostre imprese sono pronte ad affrontarla e a collaborare con le istituzioni per portarla a compimento mettendo a disposizione le loro competenze e il loro know how. Oggi ci sono tutte le premesse per riuscirci. Abbiamo, infatti, finalmente tutte le risorse, le tecnologie e le norme necessarie per farcela. Le nuove linee guida ministeriali, ad esempio, hanno introdotto novità importanti in tema di sicurezza, come l’approccio multilivello, che privilegia le attività di prevenzione rispetto a quelle di emergenza. Abbiamo poi a disposizione nuove tecnologie digitali, che ci consentono di compiere operazioni in tempo reale. Un nuovo paradigma per la valutazione della salute strutturale delle infrastrutture, che combina tecnologie all’avanguardia, come l'intelligenza artificiale, la nuova sensoristica elettronica diffusa, i sistemi di comunicazione basati sulle fibre ottiche e altro ancora. Questi nuovi approcci, ancora in fase di sviluppo in diversi aspetti, mirano a creare un piano di manutenzione per ponti e gallerie che non solo garantisce la sicurezza degli utenti, ma contribuisce anche a preservare e aumentare il valore economico delle infrastrutture stesse. Si tratta di un investimento strategico per l’intero Paese che ora possiamo e dobbiamo affrontare, perché abbiamo a disposizione le ingenti risorse del PNRR e del Fondo Nazionale complementare per le infrastrutture».
Al convegno in programma martedì a Bari interverranno i principali protagonisti del piano straordinario. Cosa vi aspettate che emerga dal confronto?
«Ci aspettiamo che emerga un quadro dell’attuale stato dell’arte degli interventi in corso per la sicurezza delle nostre infrastrutture. Il tema centrale del convegno di quest’anno è la sicurezza dei ponti e delle gallerie del nostro Paese. Il focus sarà sulle costruzioni esistenti. Parleremo di diagnosi, monitoraggio e tecniche di intervento sui ponti e sulle gallerie esistenti, ma queste riflessioni e valutazioni sono naturalmente finalizzate non solo al recupero e alla loro rifunzionalizzazione di queste opere, ma anche a trarre spunti per migliorare le nuove costruzioni. gli argomenti che tratteremo nel corso del Convegno sono molti e articolati e li analizzeremo attraverso un confronto di altissimo profilo, che vedrà protagonisti i vertici dei principali enti ed istituzioni che in Italia hanno competenza in tema di opere infrastrutturali, a cominciare dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. In particolare, esamineremo alcuni casi applicativi del nostro territorio, come ad esempio la riqualificazione del Bacino Alti Fondali del Porto di Manfredonia, la cui immagine è riportata non a caso nella locandina del Convegno. Questo e altri casi concreti saranno discussi in particolare durante la sessione tavola rotonda, che vedrà la partecipazione di decisori politici, amministratori, tecnici. È ormai una consuetudine della Scuola Ingegneria & Architettura, che ho l’onore di presiedere, organizzare un evento annuale di grande portata sulle tematiche più attuali, un appuntamento che nel tempo è diventato imperdibile, un “must” per i tecnici e le imprese del territorio e che richiama una vastissimo seguito, basti pensare che per l’evento di quest’anno abbiamo registrato già oltre mille partecipanti».
Che cosa chiederete al ministro Salvini?
«Di mantenere alta l’attenzione sulla manutenzione delle infrastrutture stradali per garantire la sicurezza dei territori e dei cittadini».