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L’altolà di Palazzo Chigi all’Arpal: rimosso il dirigente del personale

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Arpal, bufera sul concorso fantasma

«Un esponente di partito non può gestire concorsi»: nel mirino le assunzioni di politici

Venerdì 21 Aprile 2023, 13:40

BARI - «Non sembrerebbero esserci dubbi» sul fatto che il movimento «Puglia Popolare» fondato da Massimo Cassano va considerato un partito politico. Ne consegue che, in base alla legge, il suo (ex?) segretario provinciale di Lecce, Luigi Mazzei, non poteva e non può occuparsi per almeno due anni del personale dell’Arpal, dove era stato nominato da Cassano nello scorso luglio. Lo ha stabilito il Dipartimento della funzione pubblica, organo di Palazzo Chigi che già a fine marzo aveva ordinato alla Regione di intervenire. Ed è per questo che il capo dipartimento Lavoro, Silvia Pellegrini, che dell’Arpal è anche commissario straordinario dopo la destituzione di Cassano, ha sospeso Mazzei dalle funzioni in materia di personale: in attesa di un istruttoria più approfondita che potrebbe portare a sanzioni, le responsabilità sul personale (che includono i concorsi) sono passate a un’altra dirigente.

Il provvedimento firmato dal direttore della Funzione pubblica, Paola Finizio, racconta una storia che i lettori della «Gazzetta» già conoscono. E infatti il parere richiama gli articoli in cui sono raccontate le singolari coincidenze registrate in Arpal negli scorsi mesi: un’agenzia pubblica guidata dal fondatore di un partito politico, che nomina come dirigente del personale il segretario territoriale di quel partito, e che vede vincitori dei concorsi (vigilati da appartenenti al partito) parenti del direttore generale ma anche iscritti di Puglia Popolare e loro prossimi congiunti. Il tutto in violazione della riforma Brunetta del 2009, che proprio per evitare commistioni con la politica vieta di affidare incarichi come dirigente del personale a chi negli ultimi due anni ha fatto attività di partito. «Dalla stessa documentazione allegata da codesto Rcpt (Responsabile anticorruzione, ndr) - scrive infatti la Funzione pubblica -, nonché da altri articoli di stampa locale, sembrerebbe evincersi la partecipazione del dott. Luigi Mazzei al movimento “Puglia Popolare” anche oltre i termini – “dal 01.09.2020 al 01.09.2022” - dallo stesso affermati nella dichiarazione resa in data 01/12/2022 in ordine all’assenza di situazioni di inconferibilità».

La Regione è dunque intervenuta, anche sulla base dell’istruttoria chiesta dalla Funzione pubblica e trasmessa il 12 aprile dalla responsabile anticorruzione dell’Arpal, Francesca Serpino. Un parere dell’Avvocatura regionale ha oltretutto specificato che Mazzei risultava sì vincitore di concorso per dirigente, ma non di quello per la direzione del personale vinto da un’altra persona, Enrica Griesi, che da ieri è stata chiamata ad occuparsene.

I concorsi dell’Arpal stanno andando avanti, ma a fronte delle coincidenze sui nomi il commissario straordinario Pellegrini ha finora ritenuto opportuno non procedere con le assunzioni. La selezione pubblica per 18 posti di istruttore amministrativo a tempo indeterminato vede in posizione utile per l’assunzione almeno sette persone collegate o comunque riconducibili a Puglia Popolare: la graduatoria è stata firmata il 29 dicembre da Mazzei, che ha anche attestato la regolarità del procedimento. Lo stesso Mazzei, in una dichiarazione su cui ora la Regione ha disposto di svolgere approfondimenti anche attraverso la Finanza, ha attestato «la mia partecipazione al Movimento Civico Puglia Popolare», non registrato tra quelli che partecipano al finanziamento pubblico e senza «regolamentazione statutaria». Ma la circostanza, dice la Funzione pubblica, è irrilevante «atteso che nel sistema italiano i partiti politici si configurano quali “associazioni non riconosciute”». Ecco perché adesso la Regione affiancherà l’Arpal in una istruttoria formale per stabilire se sia stato violato il divieto previsto dalla legge nei confronti dei dirigenti politici: in caso positivo scatteranno sanzioni. La Funzione pubblica ha poi chiesto ad Arpal e Regione di «fornire opportuni chiarimenti» anche su un’altra circostanza raccontata dalla «Gazzetta»: la nomina di un altro dirigente di Puglia Popolare, Adamo Fracasso, nella commissione del concorso da 18 posti.

Le assunzioni dell’Arpal hanno creato numerose polemiche. Le coincidenze sulle appartenenze politiche dei vincitori hanno portato il Consiglio regionale, nello scorso novembre, a votare la destituzione di Massimo Cassano dall’incarico di direttore generale. Quasi contemporaneamente la Procura di Bari ha aperto un fascicolo, coordinato dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli, in cui sono confluiti gli accertamenti effettuati dalla Finanza: i militari del gruppo Anticorruzione hanno da un lato confermato la parentopoli raccontata dalla «Gazzetta», e dall’altro esaminato la procedura che nel 2020 portò alla nomina di Cassano nonostante la presenza di candidati con maggiori titoli. Nell’inchiesta sono entrate anche le dichiarazioni di alcuni testimoni, convocati dalla Finanza. La Procura dovrà stabilire se le numerose coincidenze documentate nelle informative costituiscano reato. Il governatore Michele Emiliano deve invece nominare il nuovo cda dell’agenzia: dopo varie ipotesi, ora sembrerebbe orientato a scegliere come presidente un magistrato in pensione.

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