Un Piano olivicolo nazionale che parte dalla Puglia e la nomina di un commissario straordinario con poteri e risorse per affrontare la tragedia Xylella: sono solo alcuni degli impegni presi nei giorni scorsi a Bitonto dal sottosegretario toscano di FdI del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Patrizio La Pietra, davanti a olivicoltori e frantoiani pugliesi in un incontro promosso da Cia agricoltori italiani e Italia Olivicola.
Una proposta, quella di nominare un commissario straordinario per l’emergenza Xylella, che è stata condivisa anche dal presidente di Unapol, l’Unione nazionale associazione produttori olivicoli, Tommaso Loiodice: «La Puglia non può permettersi il lusso che questo patogeno attacchi il Nord Barese: il rischio è che si blocchi non solo l’economia agricola ma, anche, tutto ciò che ruota attorno».
«Si rischia il collasso sociale di un intero territorio - continua - la paralisi del cuore pulsante della produzione nazionale dell’olio extravergine d’oliva. Un commissario ad acta con pieni poteri, invece, in questo momento può porre un argine a questo fenomeno».
Le preoccupazioni di Unapol sono state manifestate dal presidente Loiodice anche al ministro Francesco Lollobrigida e all’asssessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, in occasione della manifestazione triestina «Olio Capitale», il Salone dedicato alle eccellenze dell’olio extravergine d’oliva di qualità (Evo)
«Certo - aggiunge il presidente di Unapol - in questi anni l’assessore Pentassuglia ha posto in essere politiche valide di contrasto alla Xylella ma adesso occorre fare di più».
Nell’incontro con il sottosegretario La Pietra, in realtà, sono state evidenziate altre criticità del comparto olivicolo come quello della siccità. «Abbiamo la necessità che si creino dei bacini idrici alternativi da cui poter attingere questo bene prezioso che è l’acqua di cui l’agricoltura di qualità non può fare e mano», ha detto Loiodice. «Personalmente ho suggerito di incentivare la pratica del recupero delle acque dai reflui dei depuratori urbani: un recupero che non si deve limitare a quello del consumo immediato. L’acqua recuperata deve confluire in appositi bacini di raccolta permanenti così da poterne disporre nell’arco temporale dell’intero anno produttivo e non solo d’estate», ha concluso.