BARI - Da «Nulla sarà più come prima a peggio di prima», è il il titolo scelto da Spi e Cgil Puglia per la manifestazione regionale che si terrà il 31 marzo in piazza Prefettura a Bari «a difesa della sanità pubblica», «perché davvero siamo preoccupati - ha spiegato Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil pugliese - che possa venir meno il sistema sanitario nazionale e assieme la capacità di garantire il diritto costituzionale alla salute per tutti».
Il 31 marzo non è una data a caso, «perché nel 2020 fu scelta - afferma Gianni Forte segretario generale dello Spi Cgil Puglia - come giornata di lutto nazionale per ricordare le vittime del Covid, che in Puglia furono 9mila con gli anziani tra i più colpiti. Quale modo migliore per commemorare queste migliaia di uomini e donne se non stare in campo e rivendicare investimenti sulla sanità pubblica, che rimane l’unica forma di tutela della salute delle persone più fragili».
«C'è un buco di 5 miliardi nei conti della sanità pubblica - sostiene Gesmundo - legato ancora a costi sostenuti dalle Regioni durante la pandemia e all’aumento di materie prime e costi energetici. E che fa il Governo? Disinveste. Infatti gli investimenti per la sanità scendono al 6,1% del Pil, al di sotto anche della fase pre covid. Se a questo sommiamo lo scellerato progetto di autonomia regionale differenziata, le regioni come la Puglia già penalizzate rischiano con il metodo del fabbisogno standard di vedere cristallizzati divari già esistenti». Per la Cgil Puglia "andrebbe prima di tutto rifinanziato il Fondo sanitario nazionale ma andrebbero anche rivisti i criteri di riparto tenendo conto delle fragilità sociali esistenti».