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Nuovi posti di lavoro attivati e cessati, la Puglia è la terza regione d’Italia

 
Marisa Ingrosso

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Marisa Ingrosso

economia lavoro

Negli ultimi mesi del 2022, sul podio assieme a Lazio e Lombardia

Domenica 12 Marzo 2023, 13:25

BARI - In valori assoluti, a fine 2022 la Puglia risulta essere la terza regione d’Italia per attivazione e anche per cessazione di posti di lavoro. È quanto emerge dalla nota trimestrale sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, relativa all’ultimo trimestre dello scorso anno. Per la precisione, «in termini assoluti, il maggior numero di rapporti attivati interessa il Lazio (533 mila rapporti) e la Lombardia (463 mila) e, in misura minore, la Puglia (232 mila), la Campania (216 mila), l’Emilia-Romagna (215 mila), il Veneto (195 mila) e la Sicilia (193 mila), che insieme rappresentano più del 70% del totale dei rapporti attivati a livello nazionale». In Basilicata le attivazioni sono state 28.558.

Quanto alle cessazioni (in cui si ricomprendono anche quelle dovute a pensionamento), il dossier rileva che «si osserva una corrispondenza tra le regioni che hanno fatto registrare il più alto numero di rapporti cessati con quelle con maggiori attivazioni di contratti di lavoro: il Lazio (563 mila cessazioni), la Lombardia (506 mila), la Puglia (349 mila)». Complessivamente le tre regioni rappresentano «il 39,2% delle cessazioni totali». In Basilicata sono state 49.875. I dati indurrebbero a pensare una certa mobilità del mercato del lavoro regionale, anche se val la pena di sottolineare come i dati in valore assoluto sono sì indicativi, però, ricordando che vanno letti anche tenendo presente che un lavoratore può svolgere più rapporti di lavoro e anche in regioni diverse.

A livello nazionale, «nel quarto trimestre 2022 si registrano 3 milioni 617 mila cessazioni di contratti di lavoro, con un incremento pari al 3,3% (+117 mila unità) nei confronti dello stesso trimestre del 2021». «Con riferimento alle Cause di cessazione - si legge nel dossier - la quota maggiore nel quarto trimestre 2022 è rappresentata da 2 milioni 589 mila rapporti di lavoro conclusi al Termine del contratto, corrispondente al 71,6% del totale. Tali rapporti registrano una crescita del 7,5% rispetto al quarto trimestre 2021 che, nel confronto di genere, risulta superiore nelle donne (+11,6%) rispetto agli uomini (+4,3%). Per quanto riguarda le cessazioni richieste dal lavoratore, queste sono costituite in prevalenza dalle dimissioni (pari a 529 mila unità) che rappresentano il 14,6% del totale (15,2% uomini e 13,9% donne), mentre i pensionamenti (pari a 23 mila unità) contribuiscono con una quota minore (0,6%). Rileva il ministero che «l’aumento dei rapporti cessati interessa in particolare il Centro (+12,3%) e in misura minore il Nord (+1,5%), mentre nel Mezzogiorno si assiste a un lieve calo (-0,2%)».

DIMISSIONI IN CALO - Purtroppo, il rapporto del ministero del Lavoro non evidenzia il dato disaggregato su base regionale relativo alle dimissioni. Il dato nazionale evidenzia una frenata del fenomeno: nel quarto trimestre dello scorso anno si interrompe il trend positivo rilevato dal secondo trimestre del 2021 e le dimissioni sono state 528.755 con un calo del 6,1% (-34 mila) rispetto allo stesso trimestre del 2021, coinvolgendo in misura maggiore gli uomini (-7,2%) rispetto alle donne (-4,4%). Stando all’elaborazione dell’Ansa, inoltre, a livello nazionale si tratterebbe di quasi 2 milioni 200 mila dimissioni registrate nel corso dell’intero 2022 in aumento del 13,8% rispetto al 2021 quando in totale sono state 1 milione 930 mila. Alcuni analisti vedono nelle dimissioni un marcatore di una maggiore mobilità nel mercato del lavoro.

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