Sabato 06 Settembre 2025 | 21:19

Puglia, l’emergenza Xylella diventa «un caso di studio»

 
Rosanna Volpe

Reporter:

Rosanna Volpe

Puglia, l’emergenza Xylella diventa «un caso di studio»

Infantino (Osservatorio fitosanitario) in audizione alla Camera

Giovedì 07 Novembre 2024, 09:31

«La Puglia può diventare un caso di studio per modificare il regolamento in materia di Xylella». È quanto riferito ieri da Salvatore Infantino, dirigente dell’osservatorio fitosanitario della Regione Puglia alla Commissione Agricoltura della Camera durante una audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’emergenza Xylella. Per Infantino la presenza nelle nostre campagne delle tre sottospecie del batterio - fastidiosa, pauca, multiplex – ha consentito di avere una conoscenza più completa del batterio e della sua evoluzione e di approfondire le metodologie per fermarlo. Solo fermarlo, però, perché - come specifica il dirigente - non vi è cura contro la Xylella.

Scoperta in Europa nel 2013, dopo l’inizio di un’epidemia tra gli ulivi della Puglia, per poi diffondersi in Francia, Spagna e Portogallo la xylella provoca il cosiddetto Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (CoDiRO), che fa seccare foglie, ramoscelli e rami, uccidendo rapidamente la pianta. Nessuno ha dimenticato le immagini degli ulivi ‘sfregiati’ nelle campagne della valle d’Itria e del Salento. Ecco perché il batterio che nella nostra regione - in undici anni - ha ucciso quasi ventuno milioni di ulivi, colpendo un territorio grande ben cinquantaquattro mila ettari, fa ancora paura.

Nel corso dell’audizione, però, Infantino ha sottolineato come «i controlli effettuati nella regione in risposta ai focolai, il notevole impegno profuso dalle autorità competenti nell’attuazione dei controlli, nonché i passi avanti compiuti nel 2021 e nel 2022 dal punto di vista organizzativo e finanziario, hanno portato a un maggiore livello di conformità alle prescrizioni dell’Unione europea rispetto alla situazione esistente in passato. Il sofisticato sistema informatico consente di gestire in modo adeguato l’elevato volume di attività di controllo che vengono svolte in parallelo nel corso dell’anno».

Oltre ai maggiori controlli, a fermare il batterio sono stati anche altri fattori: il clima meno adatto, la differente gestione dei terreni, le azioni di contenimento, i sovrainnesti con varietà resistenti e una popolazione di vettori meno abbondante.

«Ogni anno - ha aggiunto il dirigente regionale - vengono effettuati prelievi di centomila campioni. Questo è una garanzia per gli agricoltori ma anche per i cittadini. Preciso che a questi risultati siamo arrivati anche grazie ai sacrifici degli agricoltori che hanno visto abbattere i loro ulivi secolari. E non solo: dopo l’audit del 2021 è stato ridotto in modo significativo l’intervallo di tempo tra la conferma dei risultati delle prove di laboratorio e il completamento della rimozione delle piante».

La Puglia inoltre ha messo a disposizione un archivio del lavoro svolto negli ultimi cinque anni: dati – e relativi elementi per interpretarli - che raccontano l’evoluzione della Xylella sul territorio.

Ma la guerra contro il batterio è costata cara al settore. La Regione - come spiegato da Infantino in audizione - ha messo a punto un piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia. Un programma di aiuti per la rinascita del patrimonio olivicolo pugliese nelle aree colpite da Xylella fastidiosa, oltre che per rafforzare le misure fitosanitarie e per prevenire l’espansione del patogeno. Tra le misure adottate anche il reimpianto di olivi resistenti alla Xylella. «La misura – ha spiegato Infantino - è finalizzata al ripristino del potenziale produttivo danneggiato dalla fitopatia. Destinatari della misura sono i proprietari di terreni, agricoltori e imprenditori, in forma singola o associata, situati nella zona infetta secondo la delimitazione individuata dal provvedimento del dirigente dell’Osservatorio fitosanitario. Fino a quando la scienza non troverà un modo per abbattere la Xylella – ha concluso Infantino – sarà necessario mantenere la guardia alta contro un batterio che, lo ripeto, al momento possiamo solo fermare ma non eliminare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)