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Decaro apre al voto pro Fitto in Europa

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Decaro apre al voto pro Fitto in Europa

Il leader Pd con Bonaccini: «Nessun pregiudizio»

Martedì 10 Settembre 2024, 09:55

19:42

Il Pd in Europa voterà (salvo stravolgimenti) a favore della nomina del Commissario europeo Raffaele Fitto, ministro del governo Meloni ed esponente di primo piano di Fdi e dell’arcipelago dei conservatori europei. La strategia attendista della leader Elly Schlein («valuteremo portafogli e deleghe») è l’unica strumentale per smussare il colpo di votare a favore da un lato dell’interesse nazionale ad avere un commissario di peso, e dall’altro di sostenere un esponente di un partito con la Fiamma identitaria nel simbolo.

Avvisaglie di questo orientamento responsabile sono emerse nell’ultimo fine settimana, che ha visto il politico di Maglie partecipare alla rassegna dell’innovazione Digithon promossa a Bisceglie da Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato ma soprattutto uomo forte della segreteria della deputata di Lugano.
L’ex ministro dem ha distinto tra il giudizio su Fitto e quello sul governo Meloni (cerniera con le destre più radicali) intervenendo su Sky Agenda: «Non mettiamo sulle spalle di Fitto le contraddizioni del governo Meloni. L’Italia è sempre stata cuore e testa dell’Europa. All’Italia è sempre spettato e spetta un commissario di peso. Il giudizio non è su Raffaele Fitto, che è persona competente. Vedremo quale sarà il portafoglio del commissario. Ma quello che ci interessa capire è quale sarà la prospettiva dell’impegno del commissario. L’Italia ha avuto due presidenti del Parlamento europeo e diversi commissari».
Del resto il posizionamento dem su Fitto è oggetto anche della inevitabile dialettica interna al partito del Nazareno, con il leader riformista Stefano Bonaccini che si è subito distinto nel prendere una posizione netta: «Non abbiamo pregiudizi sul ministro, valuteremo nel merito».

Tutti contenti tra i democratici, dunque, di sostenere Fitto commissario? Non proprio. Alla festa dell’Unità di Manfredonia, riuscito appuntamento politico promosso dal segretario regionale Domenico De Santis, con il suo braccio destro Pierpaolo Treglia, il dissenso interno rispetto a questa opzione è emerso. Composto. Ma riconoscibile. I parlamentari Marco Saracino (responsabile per il Sud della segreteria Schlein) e Claudio Stefanazzi hanno ricordato le disavventure recenti connesse ai provvedimenti sulla Zes, promossi da Fitto, mentre il governatore Michele Emiliano, con una battuta ponderato (fino ad un certo punto), ha fatto capire di sopportare poco «la pax decariana» con Fitto.

L’ex sindaco di Bari, dal palco di Manfredonia e dalle colonne del Corsera, ha poi confermato il feeling con Fitto, ricordando il confronto anche franco sulle risorse del Pnrr destinate ai Comuni e lo ha elogiato per la moderazione: «Se va a fare il democristiano mi va bene, se la fa cerniera tra Ppe e sovranisti non mi va più bene». La sua è una dichiarazione politicamente inattaccabile. Fitto non ha nulla a che spartire con l’estrema destra. È stato un pioniere della nascita del gruppo dei conservatori e riformisti europei dopo la sua fuoriuscita dal Ppe (a causa dei dissidi con Silvio Berlusconi). A Bruxelles ha un solido rapporto con i popolari da Weber alla Metsola, e si è sempre tenuto a debita distanza dai lepenismi cari a Matteo Salvini. Decaro, non a caso, ha ripetuto il Leitmotiv della segreteria («è importante capire le deleghe e ascoltare il suo programma»), ma ha ribadito che considera un «bene per l’Italia» che riceva «deleghe importanti».

I precedenti nel parlamento europeo e nelle Commissioni? Cinque anni fa Fratelli d’Italia votò a favore di Paolo Gentiloni nel governo di Ursula. E non a caso il capodelegazione meloniano a Strasburgo, il lombardo Carlo Fidanza, ha stigmatizzato i mal di pancia della Schlein e dell’ala più oltranzista dei dem: «La loro posizione conferma che non riescono a tifare Italia. Noi con Gentiloni mostrammo altro fair play».

Ultima considerazione: in Europa Pd e Fdi hanno fatto in passato battaglie comuni in difesa, per esempio dell’agricoltura, con la piena sintonia tra Paolo De Castro e lo stesso Fitto. Perché oltre agli schemi di partito, c’è anche una pugliesità politica che ribalta anche i diktat di partito…

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