Le elezioni europee saranno una competizione tra big. Soprattutto nella circoscrizione Sud, costituita da sei regioni (Puglia, Campania, Molise, Abruzzo, Basilicata e Calabria): il Mezzogiorno diventerà il round nel quale si regoleranno i conti interni ai vari partiti e tra alleati nelle coalizioni.
Punta tutto sul Meridione il Movimento Cinque Stelle, che nel 2019 conquistò il primato con il 29,1% e oltre milione e seicentomila voti (per ben sei eletti). In Puglia i grillini hanno l’eurodeputato uscente Mario Furore, molto vicino al leader nazionale Giuseppe Conte, mentre hanno lasciato i 5S Rosa D’Amato, passata nel gruppo dei Verdi, e Chiara Gemma ora meloniana.
La candidatura che potrebbe avere un effetto mobilitante per l’arcipelago pentastellato potrebbe essere quella dell’ex responsabile della comunicazione ai tempi di Conte premier, ovvero quella di Rocco Casalino, originario di Ceglie Messapica: era stato tra i papabili candidati anche per le politiche e ora il suo nome torna anche per la corsa ad un seggio a Bruxelles.
Nel Pd la sfida sarà davvero all’ultimo voto: nel 2019 gli eletti furono 4 e tutti campani. Stavolta i dem pugliesi puntano con forza sul presidente nazionale Anci Antonio Decaro (appoggiato da Michele Emiliano e dalla lista Con), mentre il Nazareno - che con la segretaria Elly Schlein considera questo appuntamento determinante per rilanciare il partito - potrebbe schierare anche alti dirigenti come l’ex ministro Francesco Boccia, ora presidente del gruppo al Senato. Dovranno vedersela con uscenti di peso come Pina Picerno, Franco Roberti e Giosi Ferradino. Decaro è già da mesi in giro per i comuni meridionali, dove sta misurando l’appeal della sua proposta politica pragmatica, costruita sui risultati raggiunti nel decennio alla guida del capoluogo regionale pugliese.
In Fratelli d’Italia non si può escludere che il partito chieda ai ministri di candidarsi: in Puglia toccherebbe a Raffaele Fitto, che nell’esecutivo ha la delega al Sud e al Pnrr. Nel partito della Fiamma, in Puglia, ci sono le ipotesi di candidatura del capogruppo regionale Francesco Ventola e del consigliere regionale barese Michele Picaro. Dovranno vedersela con l’uscente calabrese Denis Nesci e con l’accademico Chiara Gemma (da capolista grillina raccolse oltre 80mila preferenze).
Nella Lega è possibile che scenda in campo il vicepremier Matteo Salvini, mentre il Carroccio pugliese - che nel 2019 elesse due europarlamentari - adesso punta alla riconferma dell’imprenditore Massimo Casanova (l’altro eletto, Andrea Caroppo, ora è deputato di Forza Italia). Quattro anni fa i salviniani riuscirono a ottenere il 23,5% e un milione e duecentomila voti, consensi difficilmente replicabili adesso.
A destra ci sarà una competizione molto forte sui temi identitari, e non si può escludere che Salvini offra una candidatura molto caratterizzante al generale Roberto Vannacci o all’ex ministro Gianni Alemanno.
Forza Italia, invece, tenterà di difendere i consensi dell’area popolare: l’uscente è il molisano Aldo Patriciello, vero recordman delle preferenze. Dalla Puglia nelle prossime settimane sarà individuata una rosa di candidati. Unico partito italiano che aderisce al Partito popolare europeo, potrebbe ospitare nelle sue lite anche candidati dell’Udc di Lorenzo Cesa e di Noi moderati, la formazione che ha come punto di riferimento Maurizio Lupi.
Sempre tra i moderati ci sono le opzioni della lista “Il Centro”, che vedrà capolista l’ex premier Matteo Renzi, con un cartello di liste civiche centriste. Azione lancerà la candidatura di bandiera del leader nazionale Carlo Calenda mentre sarà interessante valutare possibili convergenze in quest’area con il civismo di Cateno De Luca (è stato in Puglia a dialogare con le liste emilianiste) e con l’ex ministro Letizia Moratti.
La soglia di sbarramento al 4% sarà invece l’avversario più temibile per Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni e per i Verdi di Angelo Bonelli (potrebbero replicare la bicicletta con cui si sono presentati alle politiche), come per le formazioni antisistema modello ItalExit.