Lunedì 08 Settembre 2025 | 07:42

Fitto ora tratta con l’Ue sulla flessibilità dei fondi

 
Michele Esposito

Reporter:

Michele Esposito

Fitto ora tratta con l’Ue sulla flessibilità dei fondi

Obiettivo: spostare al Fondo di Coesione i progetti irrealizzabili

Giovedì 30 Marzo 2023, 11:38

BRUXELLES - Un mese per trattare sulla terza rata da 19 miliardi, qualcuno in più per negoziare la flessibilità sui fondi: la partita sul Pnrr tra Italia e Ue si avvicina al bivio. È una partita che, per Roma, è certamente in salita e, forse, non è neanche agevolata dai diversi fronti aperti tra governo e Bruxelles, dal Green Deal o dal Mes. «Non c’è preoccupazione, c’è consapevolezza, e stiamo lavorando in maniera propositiva con la Commissione», è l’invito alla calma arrivato da Bruxelles dal ministro per gli Affari Ue, la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.

L’ex eurodeputato è tornato nella capitale belga per aggiornare il negoziato con l’esecutivo Ue con un duplice obiettivo: incassare il via libera alla terza tranche e arrivare ad uno spazio di manovra che consenta di spostare dal Pnrr alla programmazione di Coesione quei progetti che, entro il 2026, sono irrealizzabili. A Bruxelles Fitto ha visto tre commissari, Margaritis Schinas, Nicolas Schmit e Stella Kyriakides. Ha avuto incontri tecnici e ha incontrato la delegazione di Fdi all’Eurocamera. Il messaggio, più o meno, è stato lo stesso: il governo è impegnato a difendere l’intera gamma di progetti per l’ok dell’Ue alla terza rata e, al tempo stesso, ha posto un problema: nel Pnrr italiano ci sono target che, entro il 2026, “è impossibile realizzare».

Sul primo punto ad essere in bilico sono soprattutto due progetti, quello per il nuovo stadio a Firenze (sul quale ci sarebbero dubbi legati all’ammissibilità del piano nelle regole di concorrenza europee) e quello del ‘Bosco dello sport’ a Venezia. Il ‘nò della Commissione è tutt’altro che da escludere anche perché l’esecutivo non può permettersi di perdere i miliardi che sarebbero già dovuti arrivare a inizio marzo. Certo, nel governo non nascondono un dato: si tratta di progetti che sono parte del Pnrr targato Mario Draghi, sui quali Bruxelles aveva dato via libera. Il commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni è tornato a sottolineare come l’Ue «lavora assieme all’Italia e non ha alcuna voglia di riproporre a Bruxelles divisioni interne» alla politica italiana.

Di certo, ha assicurato Fitto, da parte dell’esecutivo non c’è volontà di fare polemica. «D’intesa con i sindaci e con i ministeri dell’Interno e dell’Economia il governo predisporrà delle risposte di chiarimento all’Ue sui progetti sotto esame, auspicando che si trovi una soluzione», ha spiegato. Sull’altro fronte, quello della modifica del Pnrr, Roma presenterà invece «una relazione completa che andrà a fotografare lo stato attuale anche con delle proposte di cambiamento che andranno affrontate d’intesa con l’Ue». Un cambiamento che terrà conto del capitolo aggiuntivo del RepowerEu ma anche del fatto che, per il piano strategico energetico dell’Ue, le risorse a fondo perduto per l’Italia proverranno solo dal sistema Ets. E, al momento, Roma non ha diritto ad alcun prestito ulteriore.

La flessibilità nell’uso dei fondi, laddove Paesi come la Germania possono contare sul nuovo allentamento sugli aiuti di Stato, diviene così una «logica convergenza». «Potremmo immaginare un coordinamento unico per il Pnrr che scade a giugno del 2026, i fondi di Coesione che vanno spesi entro il 2029 e il Fondo di sviluppo e Coesione, che è nazionale e non ha scadenza», ha spiegato Fitto. Bruxelles, su questo punto, ha già mostrato aperture. Ma il lavoro su quali siano i progetti da trasferire alla Coesione è complesso e potrebbe incrociare l’ira di diversi amministratori locali. Per il governo la strada è questa: porre il problema ora è stato un gesto di responsabilità. Che l’Ue dilazioni la scadenza del Pnrr a dopo il 2026, anche a Roma, ormai è escluso. Mentre cresce la consapevolezza che la maggiore trappola legata al Recovery Fund si nascondeva proprio nella sua deadline. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)