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Pd, il valzer scissione
chi resta e chi se ne va

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Pd, il valzer scissionechi resta e chi se ne va

Giovedì 23 Febbraio 2017, 10:11

ANTONELLA INCISO

L’ultimo filo che li lega è la volontà di non commentare. Tacciono i renziani e tacciono gli esponenti della minoranza dem chiamati alla difficile scelta di restare nel partito o seguire la sinistra bersaniana- dalemiana.

Preferisce non commentare il parlamentare Salvatore Margiotta e tace anche il vice-ministro Filippo Bubbico. Per i dem sono giorni di fuoco, seppure per molti si tratti di una scissione a freddo, priva di reazioni, priva di emozioni. Eppure il valzer di chi va e chi resta si balla già da ore. E registra una prima ufficializzazione importante, seppure di non matrice dem ma Sinistra italiana. Ad ufficializzare l’adesione al nuovo movimento è, infatti, il consigliere regionale Giannino Romaniello, ex Sel ed ora Gruppo misto che conferma come la nuova aggregazione sia attrattiva «perché si può costruire un nuovo movimento che può raccogliere parte della sinistra che non vuole chiudersi nella sola testimonianza ma ha l’ambizione di difendere e tutelare i valori storici della sinistra e il lavoro, provando a dare risposte che non siano ideologiche a processi di cambiamento che ci sono». «Il tema non è fare un altro partito - commenta - ma fare una casa che superi la vecchia idea delle due sinistre, quella riformista e quella antagonista sapendo che la teoria che non esiste più la destra e la sinistra è una teoria sbagliata, perché in questo mondo si è di destra e di sinistra a secondo si risponda ai temi dei diritti, delle disuguaglianze, delle opportunità».

Insomma, Romaniello declina la sua scelta. Una strada che starebbero seguendo altri esponenti politici, come il sindaco di Rivello, Antonio Manfredelli, o il capogruppo Pd al Comune di Potenza, Giampiero Iudicello, che secondo indiscrezioni, seguirebbero Roberto Speranza nel nuovo Movimento per la Costituente di sinistra. Con Iudicello poi almeno altri quattro consiglieri comunali del capoluogo.

Andare via, dunque. Non solo dal Pd ma anche dai ruoli ricoperti per il partito. Quelli prettamente politici e quelli legati agli equilibri politici. Un dilemma per molti, perché se, ad esempio, Iudicello dovesse lasciare il partito resterebbe consigliere comunale ma dovrebbe dimettersi dall’incarico di capogruppo. Così come da presidente del partito a Potenza dovrebbe dimettersi Carlo Rutigliano, nominato solo qualche tempo fa. O come potrebbe, ma solo per un atto di garbo istituzionale, lasciare la presidenza del Commissione regionale pari opportunità Angela Blasi, consigliera comunale a Potenza in quota Speranza e nominata nell’organismo regionale proprio dai dem. Variabili non da poco, quindi. Passaggi importanti che, oltre alle valutazioni politiche, pesano sulle decisioni di chi vuole andare e chi vuole, invece, restare.

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