MELFI - Prima l’annuncio della produzione del modello ibrido della Jeep Compass a Melfi, poi la visita allo stabilimento lucano del gruppo. Il 4 giugno prossimo Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, sarà di nuovo in Basilicata. A San Nicola di Melfi per una visita nello stabilimento ed alcuni incontri. “Nonostante le difficoltà, le critiche e a volta gli insulti andiamo avanti, continuiamo a muoverci e a fare le cose“, aveva detto, poco prima dell’incontro con i sindacati che si era tenuto ad inizio settimana, il manager che tornerà in terra lucana proprio dopo le parole espresse sui cinque modelli che saranno prodotti in Basilicata.
Una visita, come trapela da fonti sindacali, che durerà sino al pomeriggio e durante la quale l’amministratore delegato del gruppo italo-franco-americano incontrerà i segretari dei sindacati dei metalmeccanici ed il presidente della Regione, Vito Bardi. Riunione quest’ultima al quale potrebbe partecipare anche il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso e che, in qualche modo, potrebbe essere anche l’occasione per definire non solo il Piano industriale che riguarderà tutti gli stabilimenti italiani di Stellantis ma soprattutto i dettagli che toccano la fabbrica lucana e, di riflesso, le aziende satelliti, quell’indotto che resta al centro dei timori dei sindacati, soprattutto in vista delle commesse che dovranno essere assegnate. E proprio il futuro degli stabilimenti, il ruolo dell’indotto e le scelte fatte sono le risposte che gli esponenti sindacali sperano di avere dal confronto del 4 giugno.
“Ci aspettiamo che conservi l’inversione di tendenza per provare a saturare lo stabilimento con vetture my ibrid ossia il modello senza presa – commenta Marco Lomio, segretario regionale della Uilm - Vogliamo che capisca che il sistema integrato di Melfi regge e così come è stata la fortuna della Fiat può essere la fortuna di Stellantis. Questo vale anche per l’I indotto”. A sperare in uno sforzo ulteriore è, invece, Pasquale Capocasale, segretario generale della Fismic.
“Ci dovrà illustrare meglio quello che è il programma illustrato il 27 sulla nuova Compass – precisa Capocasale - e noi chiederemo qualcos’altro per lo stabilimento di Melfi perché crediamo che sia necessario uno sforzo ulteriore per la fabbrica lucana, anche e soprattutto per aiutare l’indotto”. Una prospettiva quella per il comparto automotive lucano che secondo la Fim Cisl è legata anche al “processo di conversione all’elettrico che deve essere sostenuto da una collaborazione condivisa e partecipativa tra Stellantis, il Governo e il sindacato”. “Solo così potremo raggiungere l’obiettivo di un milione di veicoli prodotti in Italia entro il 2030. Il sito di Melfi potrebbe contribuire in modo sostanziale a questo obiettivo, ma c’è ancora molto da fare. E’ necessario un incontro a Palazzo Chigi per ottenere le necessarie garanzie con un accordo di sviluppo per l’intero settore automobilistico nazionale» sottolinea, da giorni, la Federazione lucana dei metalmeccanici della Cisl.