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Carburanti e materie prime costose: «C'è chi rinuncia a semina e raccolta delle olive»

 
Enzo Fontanarosa

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Enzo Fontanarosa

Carburanti e materie prime costose: «C'è chi rinuncia a semina e  raccolta delle olive»

Minichino della Copagri lancia un appello: «Speriamo negli interventi del nuovo Complemento regionale di sviluppo rurale»

Martedì 21 Novembre 2023, 12:21

POTENZA - Mancate produzioni o inferiori rispetto ai pronostici. Prezzi bloccati sui mercati ma in risalita per le materie prime. Costi energetici mai rientrati e in aumento. Sono solo alcune delle problematiche che non fanno dormire sonni tranquilli ai produttori agricoli e zootecnici lucani. Una lista che non si assottiglia affatto, come evidenzia Nicola Minichino, presidente regionale della Copagri, che disegna un quadro a tinte fosche per l’intero comparto produttivo. «Non meravigli affatto – afferma – se molti imprenditori agricoli, alla luce di tutte questa voci sempre più pesanti nel loro già magro bilancio, sono arrivati al punto di non iniziare neppure i lavori per la semina dei cereali o del foraggio. I prezzi di mercato sono tali che non danno alcuna sicurezza del futuro, di come poter rientrare nei costi sostenuti».

La materia prima, poi, rappresentata una spesa sempre più elevata: «Anche quest’anno, ad esempio – spiega Minichino –, c’è l’obbligo per il grano duro, per avere il premio supplementare, di utilizzare necessariamente grano cartellinato, che ha un costo alto. Così si finisce per vendere il grano a basso prezzo per andare a comprare, a un valore alto, il prodotto per la semina. Il grano, infatti, ha un andamento di mercato intorno ai 35-37 euro a quintale mentre quello per la semina arriva su per giù tra i 70-80 euro a quintale. Come si vede, il divario è davvero ampio». Il presidente lucano di Copagri, aggiunge che «non si dimentichino i prezzi per i concimi come pure quello del gasolio per i mezzi da adoperare nei lavori». Si sposta l’attenzione su un’attività propria di questo periodo: la raccolta delle olive e la produzione di olio extravergine. «La produzione di olio sta registrando una riduzione importante – dice Minichino –. Si parla di una percentuale tra il 30-40% in meno. Ma c’è pure chi, in più,non trovando manodopera, non sta raccogliendo le olive». Nel settore zootecnico, il discorso non cambia: «Il comparto continua a riscontrare grosse difficoltà nell’andare avanti. Tanto è vero che non passa giorno senza che una azienda chiuda l’attività, in quanto diventa sempre più complicato con il mercato considerando le produzioni stesse lattiero-casearie e delle carni».

La Copagri, con le altre organizzazioni di categoria, per l’intero settore primario chiedono alla Regione, e allo Stato, «di intervenire una volta per tutte innanzitutto per garantire i prezzi alla vendita. Non è possibile avere oscillazioni di mercato ampie tanto da non dare più certezze nella commercializzazione dei prodotti. Le spese sono molte e non assicurano alcun utile. Per non dire di come dall’estero arrivino prodotti non tracciabili e, pertanto, non sicuri. I nostri imprenditori, al contrario, sono subissati da controlli e da responsabilità, e ciò va bene». Incontri con la Regione, sono stati già promossi e sono continui: «Copagri, sul territorio lucano, guarda con speranza al nuovo Complemento regionale di sviluppo rurale (Csr), col quale cercare di “tamponare” la situazione».

A Matera, infine, il 30 novembre e il 1 dicembre si svolgerà la conferenza dell’esecutivo nazionale di Copagri, col presidente nazionale e i quelli regionali dell’associazione. «Matera, con la Basilicata, tornano al centro del mondo agricolo – conclude Minichino –. Si discuterà della situazione del comparto primario italiano, ma quello lucano non sarà secondario».

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