I bio-distretti per l’agricoltura lucana sono già una bella realtà. La Basilicata con circa 130mila ettari di superficie agricola impegnata a biologico, 3.721 operatori, 106 aziende trasformatrici di prodotti bio, è di fatto la terza regione in Italia nel rapporto tra superficie agricola totale e superficie agricola bio. L’Anabio, l’associazione a cui aderiscono oltre un migliaio di aziende bio, associata alla Cia-Agricoltori, in particolare nei settori ortofrutta, cerealicoltura, olivicoltura, guarda oltre e si pone nuove obiettivi per superare l’attuale incidenza della superficie coltivata biologicamente (28%) e soprattutto il numero di produttori (8%), nonostante una buona performance di incremento delle aziende tra il 2020 e il 2021 (33% in più). I progetti e le idee sono emersi nell’assemblea regionale Anabio, coordinata da Distefano, alla quale hanno partecipato i presidenti nazionale e regionale Anabio Marchini e Muscillo, i presidenti Cia di Potenza e Matera Lorusso e Stasi, con interventi di una dozzina di produttori bio e le conclusioni di Chessa, responsabile nazionale Anabio.
Obiettivo centrale è quello di costruire una rete territoriale con tutte le opportunità che riguardano le tecniche delle pratiche agronomiche biologiche, in quanto segmento centrale della transizione verde e perno della nuova e lungimirante politica tra agricoltura, cibo alimentazione e aspetti nutrizionali.
La Basilicata con le sue produzioni e i numeri significativi sul biologico – è stato sostenuto nell’assemblea - è dentro il grande processo agronomico che garantisce più di altri sostenibilità ambientale e garanzia per la salute.
Anabio – hanno detto i dirigenti regionali e nazionali - vuole accompagnare e offrire consulenza e assistenza tecnica a questo segmento produttivo costruendo rapporti, relazioni e reti di competenze e professionalità.
L’assemblea ha chiamato a raccolta tutti i settori produttivi e i vari Coordinatori dei GIE (Gruppi Interessi Economici Cia) per un’analisi delle opportunità e del rapporto agricoltura biologica e quella convenzionale alla luce dei programmi e delle ricadute che riguardano la Pac 23/27, mettendo in risalto il rapporto i vari comparti tra le tecniche e le produzioni biologiche e quelle convenzionali. Particolare attenzione è stata mostrata alla nuova legge sul biologico di aprile 2022 che recepisce tutte le disposizioni del piano d’azione Ue per le produzioni biologiche e la biodiversità oltre a tutte le altre disposizioni e misure compreso i paini di sostegno e il PNRR con le risorse. Tra i nuovi elementi: un rafforzamento del sistema di controllo, che contribuisce a rinsaldare ulteriormente la fiducia dei consumatori nel sistema biologico dell'Ue; nuove norme per i produttori che renderanno più facile per gli agricoltori più piccoli convertirsi alla produzione biologica; nuove regole sui prodotti biologici importati per garantire che tutti i prodotti biologici venduti nell'Unione europea rispettino gli stessi standard. Inserire altri prodotti destinati alla commercializzazione come biologici.
Alla fine dei lavori è stato eletto il nuovo direttivo composto da 13 produttori espressione dei vari areali produttivi e dei 7 comparti ortofrutta, zootecnia, cerealicolo, olivicolo, vitivinicolo, produzioni intensive sotto serra, apicoltura.
Il direttivo nei prossimi giorni eleggerà il Presidente oltre ai 4 delegati che parteciperanno all’assemblea nazionale a Roma il 7 dicembre prossimo.