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Il rilancio dei borghi della Basilicata valorizzando il mondo greco-romano

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

Il rilancio dei borghi della Basilicata valorizzando il mondo greco-romano

Veduta panoramica di Grottole, nella Basilicata

Saverio Lamiranda, amministratore del Distretto «Le terre d’Aristeo» spiega alla Gazzetta gli scenari possibili

Martedì 04 Ottobre 2022, 13:38

POTENZA - Rileggere la storia dei nostri borghi ai tempi dei Romani e Greci per pensare a cosa fare oggi per la rivitalizzazione degli attuali paesi: non è un po’ un’operazione azzardata? «Penso proprio di no. Per noi è evidente che l’unico modo per ripopolare i borghi sia quello di promuovere un progetto di grande respiro nelle sue diverse articolazioni territoriali e culturali, di straordinaria valenza strategica nel rapporto pubblico/privato. Chiaramente, non tutte le idee o le dinamiche sociopolitiche e istituzionali del mondo antico sono accettabili o trasponibili nel mondo odierno. Tuttavia, appare oggi chiaro, grazie a tanti studi effettuati in anni recenti, che vari aspetti del modello che abbiamo delineato e che consentì per secoli alle piccole città dell’impero romano di essere dei centri vitali possano rappresentare un obiettivo perseguibile per la rivitalizzazione dei borghi della Basilicata odierna». Il Disu, il Centro “Ancient Cities” e Aristeo da tempo indagano lo studio delle città antiche, valendosi di nuove metodologie.

A quali conclusioni siete arrivati?

«Nelle indagini degli studiosi che noi sosteniamo è stato rilevato che proprio l’esperienza di queste città del passato - nell’età greca e soprattutto in quella romana - possa offrire modelli e idee già sperimentati, fondamentali per il rilancio dei borghi della Basilicata odierna. Gli studi scientifici più recenti hanno infatti individuato gli elementi che consentivano anche a una medio-piccola città del mondo greco-romano, dalle dimensioni ristrette, comparabili a quelle di un comune della Basilicata odierna - quindi con una popolazione di circa 5.000 abitanti - di essere una realtà viva e appetibile per i suoi abitanti e per i visitatori.
In concreto, è stato ampiamente verificato che gli abitanti di queste comunità antiche si segnalavano per avere un forte senso di appartenenza e per il fatto che vivessero intensamente come protagonisti la propria città. E sull’appartenenza che vogliamo puntare.

Quali sono le fasi del progetto?
«Intanto, il progetto che si poggia sugli studi del Centro individua come obiettivo primario di tutta l’attività di animazione la riproposizione di una cultura condivisa, un mondo di conoscenze e di valori da cui ripartire, per recuperare l’identità e il senso di appartenenza. Il progetto prevede che l’animazione avvenga in due tempi complementari: il primo step sarà costituito dall’informazione che avrà il compito di promuovere la consapevolezza nel tessuto sociale esistente.
Solo così potrà essere rigenerata l’identità degli abitanti, rendendole delle persone che si sentano protagoniste, i primi agenti di promozione del proprio borgo. Particolare attenzione sarà rivolta al recupero del rapporto con i giovani, coinvolgendo nel progetto anche i Lucani nel mondo. Per raggiungere questo scopo prevediamo una ricerca preliminare sulle radici, la storia, le tradizioni, il patrimonio artistico e archeologico di ogni singolo borgo».

E il traguardo finale?
«La realizzazione del “Festival della città futura” costituirà l’insieme degli eventi del progetto. Non un semplice evento. Il Festival intende qualificarsi come un progetto pilota a livello nazionale e internazionale.
Il “Festival della città futura” si svolgerà nelle sei aree di riferimento. Il progetto prevede una serie di eventi: concerti musicali per i giovani, rappresentazioni teatrali, proiezioni di film; concerti di musica sacra e di musica classica; attivazione sui social. Il “Festival della città futura”, costituirà dunque un laboratorio di cultura e di riscoperta del senso più profondo dell’esperienza umana. Le attività di ciascuna Comunità turistica integrata saranno coordinate fra di loro, con l’organizzazione di un calendario, e saranno pubblicizzate attraverso i più avanzati sistemi di informazione. Tutte queste attività costituiranno la premessa per la costruzione di un network, sul modello di quell’esperienza virtuosa che caratterizzò le città antiche. Basandosi sull’esperienza del mondo romano, di cui abbiamo descritto i tratti maggiormente qualificanti, il “Festival della città futura” si porrà come obiettivo quello di favorire l’aggregazione».

Nei giorni scorsi avete proposto al Presidente Bardi un Patto istituzionale. A cosa pensate?
«Il “Patto istituzionale” tra Distretto Turistico Terre di Aristeo e Giunta regionale a cui pensiamo deve prioritariamente superare e, aggiungo definitivamente, le “disattenzioni” sinora registrate da parte del Governo regionale. Per questo abbiamo sollecitato un incontro per aggiornare il Presidente (e con lui la Giunta) sullo stato di attuazione del progetto pilota approdato al Mise per la sottoscrizione dell’Accordo di Sviluppo.  Non si può perdere più altro tempo contro lo spopolamento che resta l’emergenza sociale prioritaria da affrontare. E noi abbiamo idee, proposte, azioni, supportate da studiosi ed esperti, da mettere in campo».

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