POTENZA - Anno 2022: odissea sul raccordo autostradale Potenza Sicignano. Pochi chilometri, da Potenza Ovest a Tito Scalo, dove si ripetono con sfibrante (per gli automobilisti) regolarità, gli incidenti. Con conseguenti code chilometriche sul raccordo stesso, ma anche su tutta la viabilità circostante. La causa di tutto sono i pur necessari lavori di ammodernamento e di messa in sicurezza dei viadotti, lungo il tratto stradale che congiunge il capoluogo alla vicina area industriale di Tito. Galeotti i cambiamenti di carreggiata. Tra l’asfalto a «bubboni» delle rampe e la fretta degli automobilisti nelle ore di punta, che spesso tentano sorpassi laddove è impossibile farlo, gli scontri sono quasi inevitabili. L’ultimo in ordine di tempo, nel pomeriggio di venerdì. Il terzo in poche settimane. E anche quando non ci sono conseguenze gravi per le persone a bordo dei veicoli coinvolti nei tamponamenti, quel tratto di strada si trasforma con estrema facilità in una vera e propria trappola per gli automobilisti in transito. Innanzitutto perché fra Potenza Ovest e Tito Scalo non vi è alcuna possibilità di uscire dal raccordo. In secondo luogo perché i restringimenti e i tratti a doppio senso di circolazione su un’unica corsia rendono molto più difficile smaltire il traffico.
Non solo. Anche l’accesso dei mezzi di soccorso è problematico. Una volta che si è formata la fila, mancando la corsia di emergenza, pur con tutta la buona volontà degli automobilisti in coda a farsi da parte, è davvero difficile lasciare spazio sufficiente per lasciar transitare carri attrezzi e ambulanze. Che finiscono con l’impiegare tempi lunghissimi per arrivare sul luogo dell’incidente. Creando un effetto moltiplicatore delle code. «Alcune settimane fa - racconta un automobilista - si è verificato un altro incidente come quello di venerdì, che ha creato delle file chilometriche. Sono riuscito ad evitare di entrare in autostrada solo grazie alla buona volontà di altri automobilisti che sono scesi a piedi a Potenza Ovest per evitare che altri imboccassero il raccordo. Per andare a Tito ho utilizzato la vecchia statale. Ma anche qui si sono presto formate code lunghissime. Ho controllato sul sito internet dell’Anas ma l’incidente e la necessità di deviazione non è stato neppure segnalato, nonostante la strada sia rimasta interrotta dal pomeriggio fino a sera». Un altro problema è che in caso di incedente, la viabilità alternativa (vecchia statale per Tito o attraversamento dell’area industriale in direzione Pantano) non è dimensionata per sostenere volumi ingenti di traffico e quindi presti si blocca pure quella.
Lo stillicidio dei cantieri su questo tratto stradale (e degli incidenti), va avanti dal 2018, con una interruzione ai tempi del lock down per il covid (in quei periodi, diminuendo i volumi di traffico, sono diminuiti anche gli incidenti e i disagi). In quell’anno, infatti, sono iniziati, sulla carreggiata in direzione Potenza, sui viadotti “La Tora I” , “La Tora II”, “Centomani I” e “Centomani II”. I lavori avrebbero dovuto essere completati nel 2020, ma si sono prolungati fino all’estate del 2021, quando sono tornate fruibili entrambe le carreggiate. Solo per poco tempo, però. Dopo qualche settimana, infatti, sono iniziati i lavori sulla carreggiata in direzione Potenza. Mentre, appena qualche settimana fa, nuovi interventi di manutenzione sono stati avviati anche sulla carreggiata opposta. E per gli automobilisti l’odissea continua.