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A rischio 4,4 milioni in Basilicata: poco personale e Comuni in affanno

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

A rischio 4,4 milioni in Basilicata: poco personale e Comuni in affanno

È corsa contro il tempo. I fondi sono destinati alle infrastrutture: entro giugno la presentazione dei progetti

Sabato 09 Aprile 2022, 07:00

POTENZA - Le scadenze sono ormai prossime e c’è il rischio di vedersi sfilare di mano ingenti finanziamenti. In particolare, i Comuni lucani con popolazione inferiore ai 30 mila abitanti - praticamente tutti, ad eccezione di Potenza e Matera - e le due Province, hanno la possibilità di attingere ai 4,4 milioni di euro destinati alla Basilicata per interventi infrastrutturali. Ma è necessario che i progetti vengano presentati entro i tempi previsti dal Dpcm del 17 dicembre 2021. Tempi che sono agli sgoccioli: il 17 giugno, infatti, «Big Ben» dirà stop. Lo scrive in una lettera l’assessore regionale alle Infrastrutture di Basilicata, Donatella Merra, inviata ai sindaci, alle Province e all’Anci con l’obiettivo di accelerare la fase di progettazione. Merra chiede ai Comuni di far leva su tutte le risorse interne ed esterne agli enti, a utilizzare l’ampia platea di professionisti presenti sul mercato.

L’appello a fare presto, però, cozza contro una realtà che più volte gli stessi sindaci hanno denunciato: i Municipi sono «orfani» di personale e spesso si riesce a far fronte all’ordinario per il rotto della cuffia, figuriamoci quando si tratta di gestire una mole così ampia di lavoro legata ai fondi pubblici e, in particolare, al Pnrr. Nella maggior parte dei Comuni della Basilicata l’organico è sottodimensionato e l’apparato amministrativo sconta anche l’operatività «a singhiozzo» di segretari comunali che, spesso, garantiscono la presenza un solo giorno alla settimana. I primi cittadini sono attratti e nello stesso tempo spaventati dal «calderone» dei finanziamenti previsti. Non è solo una questione di progettazione, come spiega il sen. Gianni Pittella, sindaco di Lauria: «Come si fa a reggere l’urto di bandi a ripetizione? Se hai la fortuna di vincere devi attuare e devi rendicontare. Servirebbero - spiega - unità professionali di missione disposte da governo nazionale e regionale da affiancare ai singoli Comuni per le specifiche aree del Pnrr. E servirebbe coprire i costi di progettazione in caso di incarico dato all’esterno non solo in caso di vittoria della propria proposta ma sempre, a prescindere dall’esito». Se uno dei paesi più grandi della Basilicata, Lauria, annaspa tra le «scartoffie» e le incombenze burocratiche, con un «plotoncino» di colletti bianchi costantemente in affanno, figuriamoci cosa accade in un comune più piccolo, ovvero la maggior parte del tessuto urbanistico regionale. Piero Marrese, sindaco di Montalbano Jonico (Matera) e presidente della Provincia di Matera, ribadisce: «I Municipi sono impegnati a gestire l’amministrazione ordinaria e diventa difficile conciliare gli interventi straordinari come il Pnrr. Siamo preoccupati dalla tempistica per la presentazione dei progetti. Il fattore tempo è decisivo ed è per questo che stiamo accelerando per non incappare nella scadenza dei vari bandi. Ma non sarà facile».

Intanto la Regione Basilicata, aspettando che i Comuni riescano a fare i miracoli, incasella un risultato sul fronte delle infrastrutture: proprio ieri la Giunta regionale, con una sua delibera, ha dato il via libera definitivo al progetto della ferrovia Ferrandina-Matera, storica incompiuta lucana. Il costo dell’intervento - finanziato nell’ambito del Contratto di programma tra Regione e Rfi - è stimato in 365 milioni di euro, di cui 50 provengono dal Pnrr. «È un’opera importante per tutta la Basilicata - spiega il governatore lucano, Vito Bardi - che porterà a connettere il nostro territorio con tutte le principali direttrici di traffico nazionali. Salerno e Napoli sono le porte di accesso del Sud al sistema dell’Alta Velocità e Taranto rappresenta un importante polo economico. A questo punto - conclude - il nostro auspicio è di vedere il rapido completamento dell’opera».

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