Il destino di opere pubbliche utili alla comunità è legato quasi sempre al fatidico ultimo miglio. Che non viene mai completato e lascia l'opera incompiuta per anni o anche decenni. E, spesso, a complicare il tutto ci pensano le «guerre di campanile».
È proprio questo lo scenario che avviluppa la ciclovia Lagonegro-Rotonda, pronta (si fa per dire) a sorgere sul tracciato della tratta ferroviaria Calabro-Lucana, dismessa negli anni '70. Costata 3 milioni di euro, la ciclovia è ai nastri di partenza già da due anni, ma non è stata mai inaugurata perchè manca un pezzo, l'ultimo, di 8 chilometri nel territorio di Castelluccio Superiore. Un tratto al centro di tensioni e dissapori tra le amministrazioni coinvolte nell'intero progetto.
Secondo il sindaco di Castelluccio Superiore, Giovanni Ruggero, l’itinerario è poco sicuro, a rischio frane. Domenico Carlomagno, sindaco di Nemoli, ribatte sottolineando che «dagli atti emergono i collaudi ed è tutto regolare. Non viene evidenziato alcun pericolo». A giudizio di Carlomagno, ma anche di altri sindaci, la posizione del sindaco Ruggero nasconderebbe, in realtà, un altro obiettivo: quello di fare pressione sugli altri amministratori e sul comune capofila (Nemoli) per ottenere la messa in sicurezza di un costone e la realizzazione di un maxi attrattore nella galleria elicoidale tra le stazioni di Castelluccio Inferiore e Castelluccio Superiore. Insomma, la frana sarebbe una scusa.
Ma Ruggero smentisce seccamente: «Nessun dispetto o retropensiero. La realtà è che il tratto nel territorio del mio comune non è percorribile perchè poco sicuro e quindi servono altri interventi per renderlo completamente fruibile». Si è dimostrato infruttuoso anche il tentativo del sindaco di Nemoli di trovare un accordo finalizzato al reperimento di risorse aggiuntive per completare la messa in sicurezza e realizzare il maxi attrattore nella galleria elicoidale. In particolare, Carlomagno voleva chiedere tre milioni di euro alla Regione per «accontentare» il primo cittadino di Castelluccio Superiore, ma gli altri sindaci gli hanno risposto picche. Adesso il rischio è che anche su un attrattore che dovrebbe rappresentare una delle risorse turistiche più importanti dell'intero comprensorio del Lagonegrese e della fascia sud della Basilicata ci possa essere un braccio di ferro tra Comuni che al momento sta producendo solo continui e costanti rinvii nell'inaugurazione dell'opera. Anche perchè non solo il sindaco di Castelluccio Superiore pone problemi, ma gran parte dei sindaci avanzano richieste particolari. Questo fa capire che siamo in presenza della solita storia: un'opera eseguita a metà, a cominciare dal nome, Lagonegro–Rotonda, che è solo sulla carta perchè non solo la ciclovia non parte dalla stazione di Lagonegro, ma il capolinea è Castelluccio Inferiore e quindi non arriva neppure a Rotonda. «Tra altro – fa notare Alessandro De Luca, consigliere di minoranza a Castelluccio Superiore – benchè il tratto nel mio comune sia ancora un cantiere viene comunque utilizzato da cicloamatori, papà e mamme con bimbi a spasso».
Al di là delle richieste dei vari sindaci, il problema vero sono gli altri costi che queste richieste comporterebbero. Per far partire e arrivare la ciclovia dove previsto (come chiedono i sindaci di Lagonegro e Rotonda) e per accontentare le richieste del sindaco di Castelluccio Superiore e di qualche altro primo cittadino (che chiede punti di ristoro lungo il tracciato e recupero dei vecchi caselli) servirebbero, secondo un primo calcolo, altri 18-20 milioni di euro. «Tirare fuori tutta questa cifra è impossibile», sottolinea il sindaco di Nemoli. Tuttavia, ogni sindaco di ciascun comune preme per cercare di ottenere la soluzione che privilegerebbe il proprio comune. Atteggiamento comprensibile, ma anche eccessivamente campanilistico poichè una competizione del genere rischia di allungare i tempi anche per completare ciò che è stato già fatto.