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Stellantis: a Melfi 4 mesi di contratto di solidarietà

 
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Stellantis, Melfi «trema»: i sindaci fanno quadrato

foto Tony Vece

Accordo dal 4 aprile al 7 agosto, "fase congiunturale drammatica"

Martedì 22 Marzo 2022, 18:03

20:34

MELFI -  Il contratto di solidarietà per i lavoratori dello stabilimento di Melfi (Potenza) di Stellantis è stato riaperto dal 4 aprile al 7 agosto prossimo per affrontare una «fase congiunturale drammatica», caratterizzata soprattutto dalla «grave crisi dell’approvvigionamento dei semiconduttori che sta pesantemente penalizzando il comparto dell’auto». Lo hanno stabilito oggi l’azienda e i sindacati Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf.

Azienda e sindacati, «in linea con l'accordo del 25 giugno 2021», hanno deciso di «mettere in campo ogni strumento utile per far fronte all’esubero giornaliero che, con il passaggio da 17 a 15 turni, a partire dal 4 aprile, è di circa 1.500 unità». E’ stata riaperta la possibilità di uscite incentivate volontarie e di «cogliere ogni opportunità per le trasferte o distacchi in Italia e in Europa».
Dall’incontro è emersa la «riconferma degli investimenti per Melfi (quattro nuove vetture totalmente elettriche a partire dal 2024)», ma i sindacati hanno chiesto di «definire in modo chiaro come si vuole affrontare la transizione, ma soprattutto, per quanto riguarda Stellantis e Melfi, avviare un confronto serrato anche per tutto l’indotto», cercando anche per quest’ultimo «un percorso per la salvaguardia dei livelli occupazionali».

In vista della fine del contratto di solidarietà, il 7 agosto, è stata indicata la necessità «di affrontare un percorso straordinario con il Ministero del Lavoro». I rappresentanti sindacali auspicano «anche che la Regione Basilicata faccia presto a riaprire quel tavolo sull'automotive» perché «solo creando un vero patto sociale, come avviene in altre regioni, senza ipocrisia delle parti, parlando di merito vero e soprattutto assumendosi le responsabilità, possiamo e dobbiamo salvare l’intera industriale di Melfi».

«La Fiom non condivide la decisione aziendale di procedere a un taglio ulteriore dell’occupazione sullo stabilimento di Melfi. Una riduzione, seppur attraverso le uscite volontarie, rende evidente che siamo di fronte ad una messa in discussione delle intese raggiunte al Ministero dello sviluppo economico e del Lavoro che prevedevano l’aumento dei turni di lavoro e nessun esubero strutturale». Lo affermano, in una nota, Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom e Gaetano Ricotta, segretario generale Fiom Basilicata.
La Fiom ha chiesto all’azienda «di sospendere, per un confronto durante il ricorso del contratto di solidarietà, ogni ulteriore intervento di efficientamento che in queste settimane ha determinato un peggioramento delle condizioni di lavoro e di avere una protezione salariale per i lavoratori. Inoltre, vista la motivazione di gestione di una crisi temporanea, la Fiom ritiene che si potevano utilizzare gli strumenti straordinari di cassa integrazione messi a disposizione dal Governo per fronteggiare la crisi determinata dal conflitto in Ucraina. L'azienda ha scelto di rimettere in discussione quanto stabilito negli accordi precedenti».
La Fiom convocherà le assemblee «per discutere con le lavoratrici e i lavoratori quanto sta avvenendo nello stabilimento, nell’area industriale e più in generale nel settore. Nel contesto in cui ci troviamo è necessario che si apra un confronto, come chiesto unitariamente all’amministratore delegato, che faccia chiarezza sul futuro occupazionale e produttivo dello stabilimento, come di tutto il gruppo».

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