Vaccini in Basilicata, l'assessore: «Ritardi per colpa delle aziende»
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Massimo Brancati
09 Gennaio 2021
foto Tony Vece
Le indicazioni del Ministero della Salute sono chiare. Inequivocabili. I primi a doversi vaccinare sono gli operatori sanitari (medici, infermieri e Oss), gli ospiti delle Rsa e il personale che vi lavora. Poi gli anziani, con precedenza agli «over 80», fino a toccare le varie fasce d’età a partire dai 60 anni. Infine, al quinto posto, le persone «di ogni età che soffrono di più di una patologia cronica pregressa, immunodeficienze e/o disabilità». La somministrazione delle dosi procede a ritmo sostenuto, con i pacchi contenenti i vaccini che arrivano giorno dopo giorno (due tranche, per ora, per complessive 7.950 dosi, nei prossimi giorni altre 5.800), ma cominciano ad emergere situazioni poco chiare, che prestano il fianco a critiche su favoritismi e corsie privilegiate. Spuntano foto e selfie di persone vaccinate che non appartengono alle priorità individuate. È il caso di alcuni impiegati amministrativi negli ospedali lucani, ma anche del vescovo di Potenza mons. Salvatore Ligorio, fotografato dal nostro fotoreporter Tony Vece durante la somministrazione avvenuta al Don Uva nella giornata dell’Epifania. L’assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, stigmatizza l’accaduto: «Abbiamo detto di seguire ciò che ha disposto il Ministero. Dissentiamo da questo tipo di comportamento, assolutamente non va bene. Prima i sanitari, poi gli anziani e le fasce a rischio. Chi occupa cariche politiche o di altro tipo dovrebbe dare l’esempio».
L’immagine dell’alto prelato mentre gli viene iniettata la dose ha fatto il giro del web, suscitando clamore e indignazione. Perché il Don Uva ha proceduto nei suoi confronti? L’istituto sta vaccinando pazienti e personale e martedì prossimo dovrebbe completare il giro. Il direttore Rocco Maglietta è andato su tutte le furie dopo aver appreso dell’episodio, intuendo la polemica che ne sarebbe seguita. Ma ecco come sarebbe andata: nel pomeriggio del 6 gennaio si stavano vaccinando il cappellano e le suore, una delle quali avrebbe rifiutato. In quel momento è stato allertato mons. Ligorio, che si reca spesso al Don Uva, per non «perdere» la dose rimasta. Magari, quella stessa dose poteva servire per vaccinare uno dei pazienti in lista. Magari. Le suore hanno agito d’impulso e senza riflettere. Avrebbero dovuto, quanto meno, avvisare preventivamente lo stesso Maglietta.
(foto Tony Vece)
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