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acquedotto lucano
Luigia Ierace
25 Novembre 2020
POTENZA - Acqua torbida nella Diga Camastra e rubinetti a secco a Potenza e in diversi comuni lucani. Due giorni segnati da interruzioni idriche e riavvii, previsti anche per oggi, mentre proseguono incessantemente i lavori dei tecnici di Acquedotto Lucano per la risoluzione della problematica causata dalla torbidità della diga Camastra dopo le abbondanti precipitazioni dei giorni scorsi. Il direttore generale di Acquedotto lucano, Gerardo Marotta, spiega cosa è successo.
«Il fenomeno - dice - si è verificato a causa del lungo periodo di siccità che ha determinato un eccessivo deposito di materiale solido nella diga Camastra. Le operazioni di trattamento di potabilizzazione, con i necessari tempi tecnici, stanno creando difficoltà di approvvigionamento dello schema idrico Basento - Camastra con ricaduta nell’alimentazione idrica del capoluogo lucano e del territorio provinciale servito».
Se la situazione è in via di risoluzione a Potenza, il problema interessa ancora qualche comune, anche «se i tecnici di Acquedotto Lucano stanno monitorando costantemente i valori di torbidità per gestire al meglio il processo del trattamento di potabilizzazione e consentire il ripristino dei livelli dei serbatoi. L’acqua erogata - spiega il Dg di Al - è potabile e risponde a tutti i requisiti di legge per il consumo umano e alimentare, come attestato dalle continue e quotidiane analisi».
In clima di pandemia rimanere senza acqua è un problema che ha allarmato i cittadini che si sono affrettati a fare scorta di acqua, poi lo stop continuo e prolungato annunciato da Acquedotto, in molti rioni di Potenza non c’è stato o è stato limitato solo alle ore notturne. «La città di Potenza - ha spiegato Marotta - è alimentata da 6-7 serbatoi, ognuno dei quali ha le sue utenze. Siamo partiti dal Centro storico, ma con interruzioni mirate e con abbassamenti di pressione, in modo da limitare il disagio e soprattutto di non svuotare mai completamente le condotte, per evitare rotture.
Insomma una serie di parametri da tenere in conto per evitare in assenza totale di acqua di bloccare i riscaldamenti. Insomma l’obiettivo è sempre di alleviare i disagi per i cittadini».
In sostanza, da aprile non piove in maniera utile per le sorgenti che sono scese in modo significativo. La più famosa è Fossa Cupa, a ridosso di Potenza, poi quelle di San Michele - Linise a Sasso di Castalda, di Capo d’Agri a Marsiconuovo e Aggia a Paterno. In condizioni ordinarie danno 600 litri al secondo, in questo periodo 380-390 litri al secondo. Basti pensare che la sola Fossa Cupa è passata da 180 litri a 80 litri al secondo. Pertanto serve aggiungere acqua potabilizzata per alimentare lo schema Basento Camastra e si fa ricorso alla diga Camastra, anch’essa scesa ai livelli minimi storici. «Con le piogge di aprile - sottolinea Marotta - si sarebbe potuto riempire di più l’invaso e non avremmo avuto i problemi attuali.
Questioni burocratiche lo hanno impedito. Abbiamo cercato di prepararci al peggio, prima delle intense precipitazioni di sabato e domenica, predisponendo 15 giorni fa una soluzione tecnica ingegneristica per abbassare la quota di prelievo. Per qualche giorno tale soluzione, anche un po’ ardita, ha scongiurato lo stop totale. Poi la pioggia, salutata bene, ha portato in superficie la componente argillosa e il limo, più difficile da potabilizzare. La torbidità non è assolutamente nociva ma rimossa, ma il suo valore era talmente elevato da non consentirne la potabilizzazione. Si sono dovuti rallentare i processi di trattamento a garanzia della salute dei cittadini».
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