«Preservare e conservare l’idea originale di Sergio Musmeci e la sua intuizione statico-strutturale, senza alterare il profilo alare, la conformazione dell’impalcato, con attenzione al contesto urbano e ambientale complesso in cui è inserita un’opera straordinaria e la predisposizione di un cantiere pilota per attuare strategie specifiche per ogni parte del ponte senza gravare sulla mobilità».
Sono stati i punti di forza del team italo-svizzero, vincitore del concorso di progettazione per il restauro conservativo del Ponte Musmeci, simbolo della città di Potenza, individuato ieri a Palazzo di Città, nella seduta pubblica per la procedura di decrittazione dei codici dei 5 team finalisti.
Difficile trattenere l’emozione quando il nome di chi ha vinto è ancora solo un codice: una sequenza di numeri e lettere. Eppure dal giudizio della Commissione appare subito inequivocabile, a chi quell’elaborato ha contribuito a realizzarlo, che quella valutazione si riferisce al lavoro svolto dal proprio gruppo.
È stato così ieri per l’architetto Stefano Passamonti, che ha rappresentato il team primo classificato. Sebbene il suo viso fosse coperto dalla mascherina, i suoi occhi parlavano quando si è riconosciuto nelle parole del presidente della Commissione di Gara, il dirigente del Comune di Potenza Mario Restaino che leggeva la motivazione del progetto prescelto.
«Molto buona l’analisi del degrado e ottima la soluzione per il restauro corticale, con la predisposizione di un cantiere pilota e la progettazione di soluzioni ad hoc per questo intervento. Molto bene la soluzione del sollevamento delle travi tampone, con inserimento di una struttura sostitutiva temporanea. Molto bene la soluzione proposta per il bordo che recupera il profilo originale di Musmeci, risolvendo al contempo il problema tecnico dello smaltimento».
Il raggruppamento di professionisti, società e studi di ingegneria e architettura, risultato primo classificato con un punteggio di 84 punti, sugli altri 4 raggruppamenti, è composto da Ets Spa (Enginering and Technical Service) - capogruppo - e dagli architetti Carmen Andriani (Architettura e contesto / Coordinamento generale), Mario Avagnina (Restauro) e Roberto Gargiani (Aspetti Storici) e dagli ingegneri Aurelio Muttoni e Joseph Schwartz e dall’architetto Giulia Boller (Strutture) e con lo studio Valle 3.0 Srl di Roma. Nel gruppo, inoltre, Fondaco Studio Architetti, gli architetti Francesca Berni, Lukas Ingold, Fulvio Maccarone, Andrea Quartara e Tommaso Tedeschio e gli ingegneri Debora Benfatto, Pierluigi D’Acunto e Frédéric Monney.
La designazione definitiva al termine delle procedure di verifica dei requisiti del vincitore, come ha sottolineato la responsabile dell’ufficio Gare, Antonietta Fabrizio, presente alle operazioni con il Responsabile unico del procedimento Giuseppe D’Onofrio.
«Si tratta di un progetto molto articolato e con scelte moderne – ha detto il vicesindaco e assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, Antonio Vigilante – che, una volta conclusa la procedura di assegnazione definitiva, avremo modo di illustrare alla città insieme agli stessi progettisti. È stata una competizione di livello internazionale per il primo progetto di restauro del calcestruzzo al mondo e questo ci rende orgogliosi dell’interesse rivolto verso la città di Potenza».
«È una vittoria che - ha ribadito l’architetto Carmen Andriani - cade in un momento storico nel quale, dopo il crollo del ponte Morandi, i riflettori sono puntati sullo stato delle infrastrutture e le opere del moderno in Italia. Il restauro e la valorizzazione di Ponte Musmeci, prima opera di ingegneria dichiarata monumento, dà l’avvio a una stagione di ripensamento e conservazione del patrimonio infrastrutturale nazionale».